Wind Jet, 442 in cassa integrazione Filt Cgil: «Una soluzione paracadute»

Si aprono nuovi scenari per i lavoratori della Wind Jet. Invece della mobilità per tutti i suoi 504 dipendenti, annunciata a fine aprile tramite una lettera firmata dall’amministratore delegato Stefano Rantuccio, l’azienda etnea chiederà la cassa integrazione per i 442 lavoratori con contratto a tempo indeterminato. «Una soluzione che dà certamente più garanzie rispetto alla mobilità e che serve da paracadute nell’attesa che il personale venga assorbito da Alitalia», dichiara Carmelo De Caudo segretario provinciale della Filt Cgil.

Una soluzione che però lascia esclusi i 62 dipendenti con contratto a tempo determinato. «Per loro la decisione sarà presa dall’azienda alla scadenza del contratto»,  dice De Caudo. Intanto continuano le azioni da parte della low cost etnea utili a concludere l’operazione di acquisizione firmata lo scorso aprile con il gruppo Cai Alitalia. È stata, infatti, già costituita la newco – la Wind Jet Spa – che verrà ceduta alla compagnia di bandiera e in cui confluiranno i lavoratori da assorbire. Non si sa ancora quanti saranno. A deciderlo sarà Alitalia. Ma è già certo che nella compagnia di bandiera non ci sarà posto per tutti e la Wind Jet ha ribadito la necessità di tagli. Come già annunciato, a rischiare di più è il personale di terra. «La notizia positiva è che chi non verrà assorbito da Alitalia godrà della cassa integrazione», afferma il sindacalista.

Per la cessione della compagnia aerea catanese di proprietà del patron del Catania Calcio Antonino Pulvirenti al gruppo Cai manca ancora l’autorizzazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Nelle mani dell’ente non solo tratte e tariffe – c’è il rischio che con la fusione Alitalia abbia il monopolio su alcune tratte e che ciò provochi un aumento dei prezzi per i viaggiatori – ma il destino dei lavoratori. Il verdetto è atteso per i primi di luglio. L’autorità antitrust si pronuncerà, infatti, in questi giorni sulla decisione di avviare o meno l’istruttoria relativa all’operazione e, in caso affermativo, decreterà dopo 45 giorni se e in quale misura autorizzarla. Intanto l’unica consolazione per i lavoratori è che invece della mobilità li aspettano 48 mesi di cassa integrazione. Un trattamento che, di questi tempi, a qualcuno appare già come un privilegio.

Agata Pasqualino

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