Vueling abbandona le tratte dalla Sicilia per Roma «A Palermo consolidato il duopolio Ryanair-Alitalia»

I passeggeri e le passeggere che dal capoluogo siciliano vogliono raggiungere la Capitale se n’erano accorti da qualche tempo: il volo Vueling Palermo-Roma (andata e ritorno) non è più disponibile dall’1 ottobre. «Mi sono accorto che i prezzi sono aumentati quando sul sito skycanner (che mette a confronto le offerte delle varie compagnie aeree, ndr) non era più possibile cercare alternative – racconta Mauro, che questa tratta la percorre ogni 15 giorni per amore – A garantire il percorso restano Alitalia e Ryanair: ma se la prima è impraticabile per via dei prezzi troppo alti, la seconda è, come sanno tutti, la peggiore compagnia low cost per quanto riguarda i servizi. Non resta che stringere i denti. Io ad esempio ho prenotato i prossimi tre voli in anticipo, per paura di non trovarli se non a prezzi troppo alti. Ma chi ha un’urgenza dovrà sborsare parecchio».

Ci hanno messo un po’ più tempo a capirlo i politici siciliani, che ora segnalano la scelta della compagnia low cost spagnola e chiedono spiegazioni. Nei giorni scorsi Carolina Varchi, deputata nazionale di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla scelta di Vueling di non confermare i voli da Catania, Palermo e Trapani per Roma. «Con la perdita dei tre voli giornalieri operati da Vueling – dice Varchi – si è consolidato il duopolio Alitalia-Ryanair nella tratta Palermo-Roma. La compagnia low-cost, come è noto, non ospita passeggeri con animali a bordo e non effettua il servizio per i barellati. La drastica riduzione dell’offerta ha comportato un aumento esponenziale dei prezzi. Chi non può decidere liberamente quando partire perché parte per lavoro, per ragioni di salute o, come successo ai partecipanti al concorso per funzionario bandito dal Ministero della Giustizia, conosce solo pochi giorni prima la data dell’esame, è costretto ad acquistare Alitalia spendendo centinaia di euro. Ciò pregiudica anche la prosecuzione per i voli internazionali ed intercontinentali per i quali è necessario raggiungere l’aeroporto di Fiumicino. Insomma, Palermo e la Sicilia sempre più isolate e adesso anche raggiungere la Capitale d’Italia per esigenze di lavoro, per curarsi o provare a vincere un concorso è diventato un lusso. Per questo ho depositato una interrogazione al Ministro dei Trasporti e ho chiesto che Enac e Gesap vengano a riferire immediatamente in commissione».

Simile la denuncia del deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia. «È tempo di ritornare a casa per le ormai prossime festività natalizie – osserva il leader movimento Cambiamo la Sicilia – mi chiedo quali opportunità vi siano per i siciliani che si trovano in altre parti del Paese di rientrare per far visita ai propri cari. Tariffe da capogiro per atterrare a Palermo, Catania o Trapani. È il ministero pentastellato alle infrastrutture nel silenzio assordante, continua a favorire, contro il principio di continuità territoriale tanto conclamato, l’isolamento della nostra terra sempre più dannatamente scollegata. Invierò una nota al Consiglio dei Ministri per chiedere tutti i chiarimenti su una questione che sembra andare esattamente nella direzione opposta a quello che dovrebbe essere lo spirito dei provvedimenti statali in forza dei principi di insularità e dunque, di continuità territoriale».

Da indiscrezioni sembra che Vueling abbia rinunciato alla tratta per Roma – e, almeno in un primo, solo per la stagione invernale – perché troppo forte si sarebbe rivelata la concorrenza di Ryanair in ambito low cost. Inoltre Vueling per questi voli avrebbe utilizzato in precedenza i discussi Boeing 737 Max (fu uno di questi velivoli della compagnia Ethiopian Airlines 302 protagonista dell’incidente che è costato la vita all’assessore ai Beni Culturali Sebastiano Tusa e a tutte le 157 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio, ndr). Abbiamo chiesto una replica a Vueling, finora senza esito. Quel che appare chiaro è che in ogni caso si tratta di una semplice strategia aziendale, sulla quale gli aeroporti siciliani hanno ben poche possibilità di intervenire.


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