Vittoria, raccolta differenziata supera il 50 per cento Ombre sul futuro della ditta, opposizioni attaccano

Il 20 febbraio è partita la raccolta differenziata a Scoglitti, banco di prova per l’amministrazione di Vittoria guidata dalla fine dello scorso giugno dal sindaco Giovanni Moscato, che del nuovo sistema di raccolta ha fatto uno dei capisaldi della sua campagna elettorale e che, al termine di una pubblicità choc, il 20 marzo ha allargato il porta a porta anche nelle case di oltre 60mila vittoriesi. A distanza di un mese e mezzo arrivano i primi dati, che sembrano dare ragione all’operato della giunta Moscato: i cittadini erano più che pronti a questa rivoluzione culturale e ambientale e hanno recepito perfettamente il messaggio di sensibilizzazione ironico e provocatorio che ha anticipato l’avvio della differenziata, che a molti non era piaciuto perché ritenuto «sessista e volgare».

«U vitturisi la mette nel posto giusto» il claim, divenuto quasi un tormentone locale, che per settimane ha campeggiato nei 6×3 di tutta la città, alla quale è seguito un dibattito dai toni a tratti molto accesi che, i primi di febbraio, è proseguito nelle sedi in cui gli amministratori hanno proceduto alla distribuzione dei kit per il porta a porta. Dal primo momento la strada indicata da Palazzo Iacono è stata solo questa: niente isole ecologiche, sistema più volte avviato e mai decollato; devono essere gli operatori ecologici della EF di Misterbianco, aggiudicataria dell’appalto semestrale, a ritirare il sacchettino secondo il calendario settimanale. E così è stato, con buona pace dei consiglieri comunali del Pd e di Nuove Idee che più degli altri hanno alzato la voce in tal senso. «Quest’amministrazione non farà passi indietro – conferma il sindaco – perché si è già visto che dove si opera con le isole ecologiche si arriva appena al 15 per cento e più volte a Vittoria sono già fallite. Dichiareremo, inoltre, guerra agli incivili che continuano a creare discariche abusive con telecamere a raggi infrarossi mobili collocate in punti strategici, e le multe arriveranno direttamente a casa».

I problemi non sono mancati, come in ogni fase di start up, e le critiche sono piovute copiose, ma i dati relativi al primo mese e mezzo di raccolta hanno spinto il primo cittadino a rompere il silenzio con le carte alla mano. «In appena 40 giorni – afferma – abbiamo sfondato il muro del 50 per cento e ci siamo fermati al 54.27, un risultato incredibile e inaspettato se si pensa che, di solito, il primo mese si raggiunge una percentuale del 25-30 per cento. La città attendeva questa rivoluzione da almeno dieci anni, per non dire 20 venti. Altri amministratori non avevano avuto il coraggio di scommettersi, e noi lo abbiamo fatto in pochi mesi portando Vittoria dall’un per cento, dato che collocava il nostro comune all’ultima posizione in provincia di Ragusa, al 54,27 che ci permette di entrare nella top five delle città della Sicilia sopra i 50mila abitanti che differenziano di più. Questi, nello specifico, i dati sulle quantità differenziate e conferite al 30 aprile 2017: vetro 99.560 chili, carta 59.160 chili, umido 524.560 chili, cartone 108.100 chili, plastica 79.720 chili, indifferenziato 734.000 chili».

Numeri davvero importanti che permettono al sindaco di sbilanciarsi e di annunciare, a breve, una Tari più leggera e potenziamento dei servizi. Ma i problemi, come detto, sono tanti. Pian piano si stanno risolvendo quelli del venerdì, giornata in cui i netturbini dovevano ritirare e conferire ben tre tipologie di rifiuti (vetro e lattine, plastica e pannolini) con lo spiacevole spettacolo di sacchetti davanti alla porta fino a sera, e poi le strade non spazzate, le montagne di cartoni fotografate a Scoglitti e il verde pubblico trascurato. «Il servizio deve sicuramente migliorare – dice il primo cittadino – e ci stiamo lavorando, anche programmando sei giornate dedicate alla disinfestazione di tutto il territorio. Dal 18 maggio, tra l’altro, entreremo nel secondo semestre dell’appalto alla EF e intensificheremo il tutto, anche in vista della stagione estiva che ci vedrà impegnati su due fronti in egual misura, dato che molti vittoriesi si trasferiranno a Scoglitti dove, probabilmente, apriremo temporaneamente un centro di raccolta».

Ed eccola un’altra nota dolente: la ditta, infatti, avrebbe già comunicato l’intenzione di disdire l’appalto, ma da Palazzo Iacono tranquillizzano e parlano di «semplice prassi» per spingere gli amministratori a sedersi attorno ad un tavolo per rivedere bene i termini dell’accordo. Altro problema serio, almeno secondo chi l’ha sollevato – ossia il Pd, Nuove Idee e l’ex sindaco Francesco Aiello, che ha fatto un sit in in loco – la gestione del Centro comunale di raccolta nel quale i rifiuti vengono depositati in attesa di essere conferiti nella piattaforma convenzionata. Vittoria, nello specifico, porta l’umido a Ramacca, l’indifferenziata a Lentini e la plastica a Ragusa, mentre il vetro resta in città: così prevedono, infatti, le convenzioni con Comieco, Corepla e Coreve.

I primi a denunciare sono stati Bianca Mascolino e Salvatore Di Falco (Pd) che, con una diretta Facebook, hanno mostrato agli utenti del social le tonnellate di plastica accatastate per terra. «Questa è una discarica a tutti gli effetti – dicono – nella quale non viene rispettato alcun parametro di sicurezza stabilito dal D.M. dell’8 aprile 2008 che le disciplina. È tutto buttato per terra e non diviso in cassoni scarrabili, non viene tutelata la sicurezza né del lavoro, né dell’ambiente, non ci sono gli estintori né la segnaletica e un incendio potrebbe propagarsi in un attimo, provocando un disastro come a Pomezia». La replica è subito arrivata dai consiglieri Salvo Sallemi e Alfredo Vinciguerra (Sac) che, decreto ministeriale alla mano, affermano che i rifiuti possono rimanere all’interno del centro da due a tre mesi prima di essere portati via, perché la funzione del Ccr è proprio questa. «Il centro – rimarcano – era chiuso dal 2013 e noi siamo riusciti a riattivarlo in pochi mesi. Il problema vero, semmai, è la discarica che si trova a pochi metri da qui, quella si è una bomba ecologica ed è l’eredità che ci hanno lasciato le amministrazioni precedenti, come anche i 26 milioni di euro di debiti all’Amiu che dovranno pagare i cittadini».


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