Sotto la lente d’ingrandimento di magistrati e forze dell’ordine finiscono ancora una volta le aziende di Raffaele e Giovanni Donzelli, figlio e padre, titolari di società impiegate a Vittoria nello smaltimento della plastica. Sono accusati, insieme a una loro dipendente, Claudia Fois, di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.
Raffaele Donzelli, 46 anni, è finito in carcere su ordine del Gip del Tribunale di Gela, che ha accolto la richiesta della locale Procura. Domiciliari per il padre Giovanni, 71enne, e per Fois, 40 anni. A condurre le indagini è stata la sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza insieme alle Fiamme gialle di Gela. Contestualmente è stato eseguito anche il sequestro preventivo della società Iblea plast srl, operante a Vittoria, posta in amministrazione giudiziaria.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre arrestati avrebbero messo in atto un disegno criminoso finalizzato a causare il dissesto finanziario della loro prima società, la S.i.d.i.s. srl con sede a Niscemi che è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Gela nel febbraio 2017. Ma i Donzelli avrebbero distratto i beni e l’intero complesso aziendale, attraverso un continuo passaggio a nuove società – anch’esse poi risultate insolventi e indebitate – con l’intento di continuare l’attività lavorativa e lasciare i creditori, tra i quali lo Stato, senza alcuna possibilità di rivalsa. Il piano criminale sarebbe stato attuato partendo dalla società dichiarata fallita e avrebbe coinvolto altre undici società satellite, tutte con vita breve e rappresentate da teste di legno, «con una sola finalità – precisano dalla Finanza – aggirare l’Erario e i creditori».
La S.i.d.i.s. srl operava nel settore del recupero e trasformazione di materiali plastici in prodotti fioccati, e già nei primi anni di vita avrebbe iniziato ad accumulare ingenti debiti nei confronti dell’Erario e dei creditori, complessivamente undici milioni di euro. Il principale ramo aziendale sarebbe poi passato di società in società, garantendo sempre la titolarità dei macchinari e delle attrezzature per la lavorazione della plastica e dell’autorizzazione unica ambientale, indispensabile per potere continuare a operare nel campo del recupero e riciclo di rifiuti speciali non pericolosi, in questo caso i derivati della plastica. Questi continui rimbalzi di cessioni si sono conclusi con l’ultima costituzione della società vittoriese oggetto di sequestro, la Iblea plast srl. Tra i beni distratti c’è anche un’autovettura di lusso, una Ferrari F430 Spider del valore di 50mila euro, venduta all’estero.
Quello di oggi è solo l’ultimo dei guai giudiziari che hanno colpito nel recente passato Giovanni e Raffaele Donzelli. Il primo ha sulle spalle una condanna per associazione mafiosa a seguito dell’operazione Piazza pulita. Il figlio Raffaele nel 2017 aveva subito un sequestro da 1,3 milioni di euro. Un anno prima la Finanza aveva contestato una serie di reati ambientali per la gestione dell’impianto della società S.i.d.i.s. srl.
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