Giornata divulgativa, a Roccapalumba in provincia di Palermo, per il progetto EbioScart che si occupa dell’estrazione di bioprodotti da scarti del ficodindia. Diversi i momenti che hanno caratterizzato la visita ai campi sperimentali delle aziende partner come anche il confronto avviato tra tutti i soggetti presenti per valorizzare le attività e tracciare delle prospettive per […]
Visita ai campi sperimentali del progetto EBioScart. Danzì: «La nostra è un’economia circolare»
Giornata divulgativa, a Roccapalumba in provincia di Palermo, per il progetto EbioScart che si occupa dell’estrazione di bioprodotti da scarti del ficodindia. Diversi i momenti che hanno caratterizzato la visita ai campi sperimentali delle aziende partner come anche il confronto avviato tra tutti i soggetti presenti per valorizzare le attività e tracciare delle prospettive per il comparto a completamento della filiera. «Puntiamo a fare scattare – ha dichiarato l’innovation broker Carmelo Danzì – questo momento di trasferimento di innovazione scientifica. Vogliamo concretizzare sul territorio. Abbiamo diffuso risultanze di laboratorio su una scala più ampia. La nostra è un’ottica di economia circolare perché siamo nel solco di una perfetta sostenibilità ambientale ed economica. Restituiamo alla terra ciò che alla terra abbiamo sottratto».
Ad intervenire anche docenti universitari che hanno evidenziato la valenza scientifica delle scelte suggerite e l’importanza di questi approcci nella conduzione delle attività agricole. «Dimostriamo l’effetto della concimazione organica – ha detto il prof. Biagio Fallico dell’Università di Catania – in particolare di come abbiamo utilizzato residui sempre della filiera trattati come ammendanti nel terreno. Valutiamo la qualità dei frutti. Dai primi risultati, cosa che non ci aspettavamo, fin dal primo anno abbiamo trovato una dimensione, un pezzatura media dei frutti molto più alta rispetto a quella del ficodindia testimone ma anche uno svilupo del colore più significativo. Da un punto di vista sensoriale, un gradimento tale e quale a testimone o addirittura superiore. I nostri assaggiatori hanno rilevato un miglioramento».
L’obiettivo adesso è anche quello di ampliare la platea delle imprese coinvolte che, attualmente riguardano tre poli produttivi: oltre a Roccapalumba anche Santa Margherita del Belìce, nell’agrigentino, ed il SudOvest etneo. «Facciamo un passo avanti – ha affermato Laura Bonanno, partner del progetto – nell’ottica di un’economia agricola che punta al futuro e alla sostenibilità. Si tratta di fattori importantissimi per le nuove generazioni».