Le mamme italiane hanno formato una rete e lanciato una petizione per avere maggiori tutele quando decidono di allattare i figli negli spazi pubblici. Con quasi 35mila firme raccolte, le donne manifesteranno in contemporanea nelle maggiori piazze d'Italia, anche nel capoluogo etneo
Villa Bellini, flash mob diritto di allattare in pubblico Un’attivista: «Basta più considerarlo un atto osceno»
Ovunque lo desideri è la campagna nazionale con cui centinaia di mamme in Italia chiedono il riconoscimento del diritto di allattare in pubblico, senza alcun tipo di discriminazione. Le donne hanno organizzato un flash mob che sabato 11 febbraio farà tappa anche Catania. All’ingresso della villa Bellini, sul lato di via Etnea, le mamme si riuniranno per allattare al seno i loro bambini. L’obiettivo è quello di sensibilizzare «le istituzioni e la società civile, e possono partecipare tutti, anche madri con i biberon, padri o semplici sostenitori», spiega una mamma e attivista etnea, Clelia Antonelli.
«È la cosa più naturale del mondo, non vogliamo essere guardate come se stessimo compiendo un gesto osceno», afferma Antonelli. Il caso che ha dato il via all’organizzazione del sit-in di sabato, che si svolgerà in contemporanea nelle maggiori città italiane, è quello di una mamma piemontese che ha denunciato a fine gennaio, attraverso i media, di essere stata allontanata dall’ufficio postale di Biella perché stava allattando il figlio nella sala d’attesa. Una vicenda poi ridimensionata da Poste Italiane. Poche ore dopo il lancio della notizia, è stata la ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia a esprimere la sua solidarietà alla donna con un tweet: «In alcun luogo dovrebbe essere vietato #allattamento. Subito direttiva per tutta la #PA».
Incassato il supporto dell’esponente del governo, le donne chiedono adesso una disciplina che tuteli il «diritto all’allattamento», con sanzioni per chi pone dei divieti nei luoghi pubblici. «La nostra richiesta di tutela trova legittimazione – spiega l’attivista catanese – nelle direttive dell’Organizzazione mondiale della sanità che sostengono l’allattamento materno fino ai due anni di età, oltre che su basi scientifiche: l’Oms ritiene questa pratica utile anche alla prevenzione di particolari tipi di tumori». Ma non si tratta solo della necessità di una legge a cui fare appello, per molte di loro. È una questione sociale, prima di tutto.
Ma c’è ancora un’altra storia alla base dell’iniziativa, quella di Raffaella Sottile di Imperia. «Hai sempre le tette di fuori», le avrebbero detto i gestori di uno stabilimento balneare quando allattava il figlio, alla fine della scorsa estate, in mezzo alla gente. Così lei non ci ha pensato due volte ed è diventata portavoce della campagna allattamento Ovunque lo desideri, lanciando una petizione rivolta alla presidenza del Consiglio e al ministero della Salute, attraverso il portale Change.org, che oggi raccoglie più di 35mila firme.
«Con il flash mob vogliamo collegare tutte le nostre storie a quella di chi ha promosso la petizione. Vogliamo diventare invisibili nel momento in cui compiamo un gesto naturale – conclude Antonelli – Sono troppi gli occhi che ci giudicano e che ritengono sbagliato un atto che dovrebbe essere considerato comune come mangiare un gelato per strada».