Circa 400 unità dall'età media che sfiora i 60 anni. Mal equipaggiati. Utilizzati anche in manifestazioni che li mettono in pericolo. Sono i membri del corpo municipale etneo che, come denuncia il consigliere comunale Giuseppe Catalano, «operano in stato di abbandono». Un rinforzo dell'organico dev'essere una priorità, sostiene
Vigili urbani: pochi, vecchi, mal utilizzati «I catanesi temono di più Sostare»
«Potremmo risolvere il 50-60 per cento dei problemi della nostra città aumentando il numero di vigili urbani». Ad affermarlo è Giuseppe Catalano, consigliere comunale di Patto per Catania e membro della commissione Viabilità. «Annonaria, economia, decoro urbano, viabilità, piantonamenti, sicurezza. Tutto dipende dalla polizia municipale», elenca. Ma all’aumento dei compiti affidati al personale comunale, non è corrisposta una crescita del numero di impiegati. «Abbiamo poche unità – spiega Catalano – I vigili in servizio sono circa 400, più 50 operatori polizia stradale, che di fatto sono ausiliari del traffico». E, fattore da non sottovalutare, si tratta di personale con «un’età media di 58 anni. Non critico il loro operato – premette – Ma come fanno a fronteggiare abusivi, parcheggiatori, automobilisti? È diventata una situazione insostenibile».
Per il consigliere «Catania è una città dove vige l’anarchia più assoluta. E tutto questo è dovuto anche alla carenza di organico della polizia municipale». Una mancanza di uomini, ma anche di mezzi. «Moto e vespe distrutte», oltre ai presidi personali inesistenti. Proprio la sicurezza è stato il tema di un incontro, tenutosi ieri, della commissione con Marco Consoli, vicesindaco e assessore con delega alla Polizia municipale. Oltre alla richiesta di dotare il corpo comunale di nuove armi, Catalano ha avanzato la proposta di fornire come ulteriore difesa bombolette di spray al peperoncino.
La conseguenza immediata della perdita del controllo del territorio è la mancanza di autorità. Così il catanese medio non ha più «la remora del vigile, si ha più paura della Sostare». Come denuncia Giuseppe Catalano, «gli operatori sono costretti a operare in stato di abbandono, perché l’amministrazione non ha i fondi». Ai numerosi compiti che spettano al personale, «spesso questura e prefettura mandano richieste di servizi congiunti». Nelle manifestazioni, a cominciare da quelle sportive legate al calcio, polizia e carabinieri mantengono l’ordine pubblico, mentre alla municipale spetta il controllo della viabilità. «Ma in caso di scontro, anche i vigili rimangono coinvolti», racconta Catalano. I quali, a differenza delle forze dell’ordine, non hanno protezioni individuali né indennità di rischio in busta paga. «O non li mandiamo più, come ho chiesto al vicesindaco, o cambiamo la legge», propone il consigliere.
«Ho più volte ribadito all’amministrazione una cosa – dice – individuare le priorità. E la polizia municipale lo è». Sul fronte delle nuove assunzioni «tutti i consiglieri abbiamo chiesto a gran voce un concorso per aumentare il numero». Ma tra piano di rientro, spending review e patto di stabilità, l’unica soluzione possibile è stato avviare un bando interno per poter spostare personale già assunto e idoneo. L’ultimo concorso indetto dal Comune, ma mai espletato, risale ad alcuni anni fa. Riprendere quei candidati, sostiene Catalano, non sarebbe utile. «Si tratta di persone che avrebbero raggiunto i 40 anni; se vogliamo ridurre l’età media non è la soluzione. E poi – conclude – sono passati più di dieci anni. Ho l’impressione che quello è un concorso ormai morto».