Dopo il reportage di MeridioNews, la vicenda degli alloggi popolari di Librino è finita sul tavolo di palazzo degli Elefanti. L'assessore ai Lavori pubblici Michele Giorgianni spiega che «è stato fatto un collaudo statico» prima dell'inaugurazione. A occuparsi del cantiere la ditta Milici costruzioni di Catania
Viale Moncada, case costate quasi due milioni di euro Verifiche al Comune, i lavori effettuati in subappalto
La vicenda delle palazzine di carta, al viale Moncada 12, non è passata sotto traccia ed è finita sul tavolo dell’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Catania. A sollevare il caso, attraverso un reportage esclusivo, è stato MeridioNews. Gli alloggi di proprietà di palazzo degli Elefanti erano stati consegnati in pompa magna a 24 famiglie il 10 agosto. Uomini, donne e bambini in attesa di un tetto da decenni. A porgere loro le chiavi il sindaco Enzo Bianco, accompagnato dall’assessore ai Servizi sociali Fortunato Parisi e dal presidente della circoscrizione di Librino Lorenzo Leone. A 15 giorni dalla cerimonia però lo stato delle case lascia già a desiderare. Ringhiere pericolanti, numerose infiltrazioni d’acqua, garage incompleti, fogne a cielo aperto sono solo alcune delle criticità emerse.
Ma com’è stato possibile consegnare degli alloggi in quelle condizioni? Una domanda che si sono posti in tanti tra i nuovi residenti del viale Moncada 12 e a cui adesso proverà a dare una risposta l’assessore ai Lavori pubblici Michele Giorgianni. Il tutto anche dopo i solleciti del Sunia, sindacato inquilini e assegnatari, che dal primo momento è in prima linea in questa vicenda, chiedendo anche un incontro con l’assessore. «Nei prossimi giorni torneremo a Librino per verificare l’evoluzione», spiegano.
«Da quello che mi è stato riferito è stato fatto un collaudo statico delle palazzine, mentre le altre operazioni di questo tipo, normalmente, vengono fatte successivamente. Il tutto per verificare la presenza di eventuali vizi sulle abitazioni», spiega Giorgianni a MeridioNews. L’ex presidente della partecipata Multiservizi, nominato nella giunta Bianco il giorno della consegna delle case popolari al posto di Luigi Bosco, ha convocato per la tarda mattinata di ieri una riunione con dirigenti e tecnici comunali per cercare di fare il punto della situazione sugli alloggi e sul loro stato. «Per quanto mi riguarda ho chiesto immediatamente una relazione, anche fotografica, del sito. Così da riuscire a comprendere quali sono i vizi ed eventualmente procederemo ai sensi della legge sul codice degli appalti, quindi con l’eventuale contestazione alle ditte. Dovranno – conclude Giorgianni – o risarcire il danno o eliminarlo».
Intanto qualcosa al viale Moncada 12 si è già mosso. Nella mattinata di ieri, alcuni operai si sarebbero occupati delle fognature senza coperture. «Sono arrivati e hanno iniziato a lavorare anche sulla colonna dove alcuni inquilini della scala B avevano deviato lo scarico a causa della melma che saliva negli appartamenti», racconta a MeridioNews uno degli assegnatari. Sul posto si è aggiunto anche un camion per lo spurgo dei pozzi neri. Ma per capire fino in fondo la storia di quei palazzi bisogna andare ancora più indietro nel tempo.
L’appalto per i lavori, affidati ufficialmente a dicembre 2014 con un ribasso del 29,9 per cento, era stato vinto da un raggruppamento temporaneo d’imprese trapanesi. Nello specifico la Agr srl, la Cassano srl e l’Intesa Verde srl, con sedi a Valderice e Marsala. Due palazzine di tre piani con alloggi da 75 metri quadrati costate quasi due milioni di euro, provenienti da fondi ministeriali, ma che dopo pochi mesi vengono date in subappalto, prima dell’inizio dei lavori, a una ditta diversa. Come attesta un documento di palazzo degli Elefanti, a ottenerlo è la Milici Costruzioni di Catania.
Una storia partita in modo travagliato. Ancora prima, nel 2013, a vincere il primo appalto era stata la Giudice costruzioni e servizi di Gela. Ma dopo alcune verifiche degli uffici qualcosa non quadra. La società viene esclusa perché non in regola con i contributi previdenziali ai lavoratori. Stesso discorso e stessi problemi per altre ditte in graduatoria tanto da costringerle a farsi da parte. In elenco finiscono la Amato costruzioni, la Edilimpianti e la società La Terra Sebastiano srl. Il Comune decide quindi di riaprire il bando. Così si arriva all’affidamento alle ditte trapanesi, al subappalto e alla consegna del 10 agosto, piena di criticità.