Non ne è rimasto neanche uno. Al confine tra i quartieri Cibali e Nesima inferiore, sui battenti d'ingresso dei palazzi restano solo i segni. La refurtiva? Le maniglie metalliche. «Se li rivendono al chilo, per farci dieci euro in una notte devono portarne via a decine». Proprio quello che è accaduto. Guarda le foto
Viale M. Rapisardi, spariti i pomelli dei portoni «Sono fatti di ottone, li vendono ai ferri vecchi»
«Si stanu futtennu macari i potti. Accura unni s’assetta, prima ca ci futtunu macari a seggia». Tradotto: «Tra un po’ ruberanno pure le porte. C’è da fare attenzione anche a dove ci si siede, prima che rubino anche le sedie». È il laconico commento di un residente del viale Mario Rapisardi, all’altezza del confine tra i quartieri Cibali e Nesima inferiore, davanti a un altro portone senza pomello. Mancano da tutti i palazzi tra via Cave Villarà e via Nazario Sauro, e anche da quelli che, sempre nella stessa zona, danno sul trafficatissimo viale. Svitati, rubati e rivenduti ai ferri vecchi poiché d’ottone. A comprarli nuovi, online, costano poche decine di euro. Usati, sempre su internet, si vendono a uno, due euro. Non certo grandi cifre, ma evidentemente abbastanza per giustificarne il furto.
«È assurdo, uno non può stare tranquillo neanche a casa sua», afferma un residente della zona. In alcuni condomini i ladri sono passati due volte: prima per rubare il pomello esterno, poi per finire il lavoro con il pomello interno. In via Nazario Sauro una vite penzoloni denuncia la mutilazione subita dal portone. In via Cave Villarà, in una porta d’ingresso in legno è rimasto un buco. «Li rubano per poi rivenderli — racconta un cittadino — Ma quanto potranno farci? Per guadagnare dieci euro in una notte, vendendoli al chilo, devono portare via quelli di tutto l’isolato». Che è esattamente quello che avvenuto, senza lasciare superstiti.
E se anche è facile non farsi vedere a trafugare pomelli nelle vie laterali, altrettanto non può dirsi se si tenta di farlo coi palazzi proprio sul viale Mario Rapisardi, sempre trafficato. Eppure anche lì i segni rotondi sui battenti non lasciano scampo: l’ottone è stato rubato. Numero civico dopo numero civico. «Sembra una stupidaggine, invece è una spesa da affrontare», interviene un’altra residente. «Noi li facciamo rimettere, ma tempo una notte siamo di nuovo punto e a capo — prosegue — Senza parlare del problema della sicurezza: dal mio palazzo hanno rubato anche il pomello interno. Hanno capito il meccanismo, basta svitarli: ci vorrà molto prima che comincino a portare via anche quelli delle case?».