Al progetto di #Salvaiciclisti hanno aderito diverse realtà cittadine. «L'amministrazione, nelle parole dell'assessore Rosario D'Agata, ha fatto sapere che sta valutando la proposta. Adesso la parola passa ai consiglieri», racconta Andrea Genovese. Che aggiunge: «Qui si parla di benessere e sostenibilità». Guarda le foto
Via Dusmet, una petizione per la pedonalizzazione «Non possono esserci solo auto, abusivi e degrado»
«Qui si parla di economia verde, sostenibilità, turismo, benessere. Tutto con una sola proposta». Così Andrea Genovese, portavoce di #Salvaiciclisti Catania, descrive il progetto di pedonalizzazione di un breve tratto via Dusmet. Un piano illustrato durante la due giorni del Catania bike festival e oggetto, adesso, anche di una petizione – rivolta al primo cittadino, Enzo Bianco, e agli assessori alla Cultura, alla Viabilità e al Decoro urbano – che può essere firmata online e sul ciclobanchetto portato in giro per la città.
Il progetto è stato ideato dall’architetta Annamaria Pace, componente dei gruppi #Salvaiciclisti e Lungomare liberato e blogger di Mobilita Catania. «Con un investimento davvero irrisorio e utile a chiudere la strada, si potrebbero ammirare la Porta Uzeda, le mura di Carlo V, la porta dei Canali e gli Archi della Marina, passeggiando tranquillamente per la Pescheria e per la villa Pacini», ha spiegato la professionista a MeridioNews.
Nell’appello – firmato in Rete già da 250 persone – le diverse realtà promotrici si fanno portavoce di un’idea che potrebbe far «superare il triste primato di città insostenibile che Catania detiene nelle numerose classifiche che la collocano, con le sue 737 auto ogni cento abitanti, agli ultimi posti fra le città meno vivibili d’Europa». «L’amministrazione, nelle parole dell’assessore Rosario D’Agata, ha fatto sapere che sta valutando la proposta – racconta Andrea Genovese – Adesso la parola passa ai consiglieri».
E si preannuncia un dibattito vivace, come quello che ha caratterizzato il progetto di chiusura domenicale del lungomare. «Già ci sono i no da parte di alcune associazioni di categoria», conferma Genovese. Quello che enti e associazioni promotrici chiedono è «un tavolo tecnico con tutti i soggetti coinvolti e la parte politica: tutti gli attori. Anche perché le competenze sono diverse, dal decoro urbano al commercio».
Le potenziali difficoltà riguardano soprattutto aspetti logistici. Ma gli attivisti hanno già in mente come superarle: «La viabilità, l’accesso all’area del mercato del pesce e la giornaliera attività lavorativa di vendita e ristorazione non verrebbe pregiudicata – assicurano – il traffico veicolare sarebbe deviato sulla piazza Paolo Borsellino e su via Zurria per raggiungere l’area parcheggio già esistente in via Casello, in prossimità degli Archi della Marina e comunque verrebbe assicurato, naturalmente, il carico e scarico merci per il mercato del pesce e le attività commerciali».
«Non si può dire solo “Non va fatto” – si accalora Genovese – Non è ammissibile che ci siano auto, abusivismo, degrado e nessuna valorizzazione del patrimonio concentrato in quell’area». E conclude: «Noi vogliamo questa città diversa e credo che tutti dovremmo collaborare. Possiamo solo proporre la nostra idea di città, così come i commercianti lo possono fare – sottolinea Andrea Genovese – Poi sarà il sindaco a prendersi la responsabilità di quello che deciderà».