Quello tra il Comune di Palermo e la Tecnis sembra essere diventato un vero e proprio braccio di ferro. Questa volta a prendere posizione è il vicesindaco, Emilio Arcuri, che intervenendo a un’assemblea civica organizzata da Confcommercio ha dato conto dell’esito delle riunioni con i dirigenti dell’impresa incaricata dei lavori di realizzazione dell’anello ferroviario dopo la revoca dell’ordinanza di chiusura di via Emerico Amari per alcune inadempienze della stessa Tecnis.
«La successione dei fatti accaduti è oggettiva – sottolinea il numero due di Palazzo delle Aquile – avevamo riscontrato già nei giorni scorsi che i lavori non erano stati completati, al di là della segnaletica, ma Tecnis ieri mattina ha proceduto ugualmente alla chiusura della strada, come a voler dare una chiara dimostrazione di forza. Non possiamo comunque perdere la calma, ma dobbiamo essere lucidi e razionali e in questo braccio di ferro dobbiamo giocare con intelligenza le nostre carte».
Diverse le opzioni studiate per cercare di attenuare il disagio di commercianti e residenti, scongiurando una nuova chiusura totale della strada. «Dopo diversi incontri e colloqui – prosegue Arcuri – Tecnis ha capito il nostro gesto e, rispetto alle ipotesi alternative che noi avevamo formulato, ha proposto altre soluzioni che abbiamo trovato interessanti. Lo schema dei lavori è noto e prevede lo spostamento dei sottoservizi, parte estremamente dolorosa viste le esigue dimensioni dei marciapiedi, che dovrebbe essere completato a giorni. La seconda fase dovrebbe prevedere la chiusura del solo asse centrale di via Emerico Amari, risparmiando dunque tutto il marciapiede e anche la parte oltre per un totale di quasi due metri per lato, trasformando la via, per questo periodo, in una sorta di strada pedonale. Fatta questa operazione bisognerà attivarsi per cercare di attivare un punto di attrazione forte per riportare la gente su via Amari, in special modo per quanto riguarda la parte più lontana da via Roma per venire incontro tanto ai commercianti quanto ai residenti. Certo, questo si potrà attuare solo con la collaborazione di Tecnis e dipende anche dai vincoli contrattuali e anche oggi continueranno i colloqui tra l’amministrazione e l’azienda».
«Noi non abbiamo mai pensato – conclude il vicesindaco – che questi lavori fossero per l’Amministrazione un pranzo di gala, una cena in piedi o una colazione a sacco, ma qui sta diventando un’arrampicata, e siccome per l’arrampicata ti devi attrezzare siamo favorevoli alle proposte e non permetteremo a nessuno di mettere in ginocchio il sistema città. Per fare ciò dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra sostenibilità contrattuale e sostenibilità sociale, se Tecnis non è capace ci organizzeremo in altro modo, ma in questo tavolo non esiste una controparte, esistono interlocutori che devono fare la propria parte».
«In questo momento a noi sta benissimo procedere tutti insieme – dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio – perché l’obiettivo è comune e sappiamo che il Comune non può non essere dalla nostra parte. Ci interroghiamo soltanto sulle modalità, che non ci sembrano rispondere a degli standard adeguati, indipendentemente dal disagio fisiologico che lavori per genere, necessari per l’ammodernamento dei servizi, possono creare a una città».
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