Come ogni giorno tre del mese negli ultimi cinque anni, anche per oggi sono in molti ad attendere l’apparizione della Madonna di Trevignano e il consueto messaggio apocalittico che affiderebbe alla sedicente veggente siciliana Maria Giuseppa Scarpulla. La donna che, dopo un passato da imprenditrice in Sicilia e una condanna per bancarotta fraudolenta, ha deciso di cambiare vita diventando Gisella Cardia (prendendo in prestito il cognome del marito Gianni), la proprietaria di una statuina della madonna che, portata da un pellegrinaggio a Medjugorje, lacrimerebbe olio e sangue. Che non si è ancora capito se sia della stessa santona o di un maiale. Questo appuntamento di giugno nel terreno del campo delle Rose di Trevignano Romano (cittadina in provincia di Roma sul lago di Bracciano) però, non solo potrebbe essere l’ultimo per questioni legali, ma è anche il primo su cui si è espresso il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi in attesa che arrivi la relazione della commissione diocesana. Intanto, procedono su più fronti anche le indagini della giustizia terrena: quelle sugli abusi edilizi nel terreno vincolato all’interno della zona A del parco di Bracciano e Martignano e quelle sull’ipotesi di reato di abuso di credulità popolare partite dopo diverse denunce di fedeli che hanno fatto ingenti donazioni all’associazione Madonna di Trevignano onlus. E il caso potrebbe arriva anche davanti a papa Francesco.
In attesa della relazione della commissione diocesana che sta valutando l’eventuale origine soprannaturale del fenomeno, il vescovo Marco Salvi invita i fedeli a non seguire la sedicente veggente e a non partecipare agli incontri «che siano di preghiera o di catechesi, che diano l’impressione o la certezza che la chiesa abbia autenticato i fatti di Trevignano». In effetti, in passato, il vescovo precedente Romano Rossi aveva avuto Gisella come ospite speciale in alcune celebrazioni in chiesa durante le quali la statuina era stata portata ed esposta «come un trofeo», come hanno riferito alcuni partecipanti. Da allora molte cose sono cambiate: così dall’attuale capo della diocesi è arrivato un invito alla prudenza rivolto ai fedeli. Ma non solo. «I sacerdoti – si legge nel lungo comunicato di monsignor Salvi – si astengano dall’esprimere pubblicamente, nell’esercizio del loro ministero, la loro opinione personale sul fenomeno». Un fenomeno su cui sta ancora lavorando la commissione diocesana «per reperire e approfondire ulteriori elementi, al fine di pervenire a un giudizio complessivo e definitivo da parte della chiesa nel rispetto delle norme della congregazione per la dottrina della fede sul discernimento delle presunte apparizioni e rivelazioni private». Dalle prime indiscrezioni emerse, la formula utilizzata dalla commissione sarebbe «Constat de non supernaturalitate (si conferma l’origine non soprannaturale, ndr)». Dunque, nelle rivelazioni e nelle apparizioni dell’ex imprenditrice siciliana non ci sarebbe nulla di divino. «In base ai primi orientamenti a cui è giunta la commissione – scrive ancora il vescovo nella nota – tenendo conto della prudenza secolare della chiesa in casi come questo, si sconsiglia ai fedeli di partecipare a tali eventi, fino a un pronunciamento definitivo da parte della preposta autorità».
Gli uni contro gli altri, con definizioni che rimandano a un clima bellico. Da una parte ci sono coloro che si sono autobattezzati i guerrieri della luce che continuano e essere fedelissimi seguaci della sedicente veggente Gisella. Ancora più convinti dopo che, qualche settimana fa, la statuina della madonna ha cominciato a lacrimare in diretta durante la trasmissione Pomeriggio Cinque di Barbara D’Urso. «Prima era asciutta e adesso sta trasudando – ha detto la santona gridando al miracolo – Evidentemente è un segno per voi». Dall’altro lato c’è un gruppo di cittadini di Trevignano Romano – i gladiatori – che, riuniti in un comitato per la legalità, vuole andare in Vaticano a chiedere a Papa Francesco di intervenire per fermare la santona e tutto quello che le ruota attorno. Stando a quanto emerso finora, avrebbero in programma di presentarsi in piazza San Pietro (a Roma) durante l’Angelus della domenica del pontefice con un grande striscione con la scritta «Vigila su Trevignano».
Poco prima di Pasqua, di Gisella Cardia si era persa ogni traccia. Riapparsa la sedicente veggente – che ha raccontato anche miracolose moltiplicazioni di pizze, gnocchi e conigli – a scomparire avrebbe dovuto essere la statua della Madonna. Questo come stabilito da un’ordinanza del Comune di Trevignano Romano che ordina «la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi». Nel terreno che ricade nel Parco regionale di Bracciano e Martignano (sottoposto a vincoli perché all’interno della Zona di protezione speciale) tutto è risultato costruito abusivamente: la teca di vetro con dentro la statua della Madonna alta più di due metri, la costruzione in legno con all’interno una statua votiva, un gazebo, la strada, le 61 panche, le palizzate di legno e corde con i cartelloni con le indicazioni sulle aree di parcheggio per le auto e gli altri mezzi e per il passaggio dei pedoni. Un’area di «rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale» che dovrebbe essere usato solo per l’agricoltura e il pascolo. Stando a quanto emerso, l’associazione non avrebbe ricevuto nessun nullaosta per destinarlo ad altri usi. Intanto, è stato rimosso il gazebo abusivo e l’ente parco ha avviato il procedimento per annullare in autotutela il nullaosta rilasciato nel dicembre del 2019 per la realizzazione di una recinzione.
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