La società civile etnea ha presentato delle osservazioni critiche rispetto alla variante del centro storico studiata dalla giunta Bianco. A firmare il documento anche i comitati Antico Corso, San Berillo, Indirizzo e Porto del Sole, le associazioni Gapa, Città Felice, Legambiente e Lipu Catania, I Cordai e la testata giornalistica I Siciliani giovani
Variante centro storico, Cittàinsieme critica «Regole contraddittorie e pochi spazi verdi»
Regole di intervento edilizio dubbie, aumento della superficie edilizia, eccessiva possibilità di trasformazione per gli edifici di carattere non storico-monumentale, assenza di note sul progetto etneo Rete ferroviaria Italiana e pochi spazi verdi. E’ questo il quadro che dipingono le associazioni firmatarie di un documento critico nei confronti della variante generale del piano urbanistico presentata a dicembre dall’assessore competente Salvo Di Salvo. L’occasione è cruciale per la società civile etnea che punta molto sulla tutela e la conservazione del patrimonio storico e non e alla vivibiltà degli spazi cittadini.
Un primo punto di critica alla variante del Prg di Catania relativo alla zona A – quella che dal 1969 ha le massime tutele in materia di conservazione del patrimonio architettonico -, riguarda l’interpretazione delle regole di intervento edilizio per ciascuna tipologia. La variante è ritenuta «assai ardua e in alcuni casi contradditoria» – si legge nella nota emanata dalle associazioni cittadine – e foriera di probabili interventi arbitrari. Il documento sottolinea, inoltre, come appaiano «permissivi» alcuni aumenti di superficie edilizia a fronte invece di una «opposta e urgente necessità di riappropriarsi di spazi aperti». E ci si chiede «se un atto urbanistico che intenda preordinarsi alla conservazione e alla tutela del centro storico non debba prevedere meccanismi premiali a vantaggio di chi decide di approntare interventi conservativi», laddove invece palazzo degli Elefanti inserisce un premio di cubatura per chi opta per demolizioni e ricostruzioni.
Un altro elemento eccessivamente permissivo viene individuato a favore delle trasformazioni degli edifici subalterni, per i quali è possibile operare atti di conservazione all’esterno e di sventramento all’interno. «Ciò rischia di compromettere irrimediabilmente l’unicum del nostro centro storco, la sua immagine e, in definitiva, la sua identità», scrivono le associazioni. Una «vera e propria sfida per il recupero» è rappresentata dalla dismissione degli ospedali Vittorio Emanuele e Santo Bambino. L’associazione di categoria Confcommercio per le due aree aveva ipotizzato la realizzazione di un campus universitario e di un parcheggio. Le associazioni cittadine si spingono oltre e propongono la creazione di uno spazio di verde pubblico. La misura «restituirebbe dignità ai quartieri in cui sono ubicate e garantirebbe alla cittadinanza preziose occasioni di aggregazione e di vita comune e – aggiungono -, sarebbe un’occasione unica per soddisfare gli standard minimi di legge».
L’ultima critica al documento comunale è indirizzata all’assenza di note sul progetto di raddoppio della linea ferroviaria tramite la creazione di una galleria sotto il centro storico e piazza Federico II di Svevia per la quale «nella variante mancano prescrizioni normative atte a impedire la realizzazione del piano Rete Ferroviaria Italiana». L’occasione della variante generale al Prg di Catania è un’occasione importante ed «è auspicabile – concludono le associazioni – integrarla con chiare indicazioni in merito al progetto alternativo concordato con l’amministrazione comunale».