Il primo anno del corso di Mediazione linguistica della struttura didattica speciale iblea non sarà attivato e - per bloccare la decisione dell'Ateneo - il Consorzio universitario di Ragusa ha presentato ricorso al Tar. Immediata la replica catanese: il debito ammonta a quasi la metà della cifra stabilita dall'accordo del 2010, la transazione rischia la risoluzione. Per protestare contro la gestione della controversia, gli studenti hanno organizzato un sit-in davanti la sede del Cui
Università, Ragusa sull’orlo del baratro Gli studenti: «Il Consorzio ritiri il ricorso»
Chi di Tar ferisce, di Tar perisce. Il Consorzio universitario ibleo lo scorso 13 settembre ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo contro la decisione dell’Ateneo di Catania di non attivare il primo anno del corso di Mediazione linguistica della Struttura didattica speciale di Ragusa. La risposta dell’Ateneo non si è fatta attendere. Il giorno dopo, con una raccomandata inviata ai soci maggiori del Consorzio (comune e provincia di Ragusa), è stato ricordato il debito attuale della struttura, quasi tre milioni di euro. Praticamente la metà della cifra stabilita con l’accordo del giugno 2010. Visti i precedenti trascorsi, da palazzo Centrale è giunta la decisione finale: la risoluzione dell’accordo.
Immediati sono iniziati gli incontri per trovare una soluzione. Dopo un primo colloquio con il prefetto ragusano Giovanna Cagliostro, oggi gli occhi sono invece puntati sulla riunione del consiglio d’amministrazione. Per protestare contro la gestione della controversia e chiedere il ritiro del ricorso, gli studenti si riuniranno in un sit-in davanti la sede del Cui proprio in concomitanza dell’incontro tra i vertici.
La lunga estate che ha tenuto col fiato sospeso studenti e aspiranti matricole del corso ragusano è iniziata a giugno, con la cancellazione dal Manifesto degli studi, del corso di Mediazione linguistica. Da Ragusa e Catania erano arrivate alcune proposte di convenzioni per trovare una soluzione. Le ultime speranze risiedevano in quella formulata allinizio di agosto, che doveva essere approvata dai revisori dei conti.
Le perplessità del collegio hanno però fortemente condizionato la decisione di non attivare il corso per l’anno accademico 2012-2013. Uno stop di un anno, che il rettore Antonino Recca aveva cercato di minimizzare: «Se si partisse lanno prossimo, non sarebbe un dramma ha affermato il Magnifico durante un’intervista a radio Zammù a luglio Il dramma sarebbe invece arrivare ad altre firme di transazioni che non vengono rispettate da una delle due parti, com’è avvenuto finora». Ma la decisione catanese non è stata accolta con la stessa tranquillità nella città iblea.
Nel complesso gioco economico e politico si sono giocate le sorti degli studenti. Le aspiranti matricole hanno atteso la risoluzione della vicenda o sono state costrette a ripiegare sui corsi di Lettere a Catania, i colleghi già iscritti si domandano se sono già da considerarsi pedine di un corso a esaurimento.
[Foto di nchenga]