L'ateneo catanese, insieme alle associazioni e ai Comuni della valle del fiume Simeto, sperimentano una sinergia che mira alla tutela della zona. Attraverso un corso e un progetto di ricerca, finanziato dall'Unione europea e svolto dalla ricercatrice Laura Saija, che punta a uno sviluppo alternativo: di equilibrio con l'ambiente. «Una grande opportunità di lavoro anche per i giovani», secondo i protagonisti
Unict, sottoscritto il patto per il Simeto «Per uno sviluppo eco-sostenibile dell’area»
Luniversità scende in campo per la Valle del Simeto diventando engaged university nell’ambito del progetto della ricercatrice Laura Saija, una delle otto vincitrici italiane della borsa di studio Marie Curie concessa dallUnione europea per il triennio 2011/2013. Presentato ieri nell’aula magna del dipartimento di Ingegneria, insieme al corso di pianificazione territoriale tenuto proprio da Saija. Un progetto attraverso il quale lateneo catanese non solo diventa parte attiva nel patto per il fiume Simeto, ma sponsorizza anche la candidatura della valle quale area pilota per il progetto Aree interne del Ministero della coesione territoriale.
Quello del patto del Simeto «è uno strumento innovativo perché è un piano strategico di sviluppo di pianificazione urbanistica frutto di una collaborazione sinergica tra Comuni, associazioni e Università», come lo definisce Saija. Uno strumento in divenire che nasce dalla spinta di alcune associazioni che si sono unite per la difesa dellarea e che è stato sottoscritto dai Comuni di Paternò, Adrano, Centuripe, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Motta Santa Anastasia, Belpasso, e dall’Associazione Vivisimeto. «Una coalizione dal basso continua la ricercatrice – per una nuova idea di sviluppo in cui tutti abbiano voce per fare delle scelte condivise, trasparenti e che soprattutto crei una nuova relazione con lambiente». La valle del Simeto da tempo ormai è tenuta nellillegalità, dagli insediamenti abusivi come le discariche, allinquinamento del fiume la cui portata diminuisce sempre più. «Occorre uno sviluppo eco e solidale in cui il biologico sia lunico sistema per un equilibrio con lambiente, una strategia di rifiuti zero, unarchitettura bio-sostenibile come modello dellabitare e una gestione delle risorse idriche», afferma ancora Laura Saija.
Soddisfatto anche il rettore delluniversità di Catania Giacomo Pignataro «a cui va riconosciuto di avere firmato il patto di intesa per la Valle del Simeto, tra i primi atti dopo linsediamento», spiega la ricercatrice. Contento perché rappresenta «una grande innovazione sia per la sinergia tra tutti gli attori, che per la lidea di mettere al centro la sostenibilità ambientale necessaria per un futuro migliore».
La trasformazione della valle in area di sviluppo alternativo, inoltre, sia secondo i rappresentanti istituzionali che le associazioni di liberi cittadini sarà «una grande opportunità lavorativa per i nostri giovani», dice il sindaco di Paternò Mauro Mangano. «Mi auguro che sia un momento di svolta per le istituzioni – conclude – per cambiare la storia della valle».