Una storia che va avanti dal 2011, ereditata dal precedente rettorato di Antonino Recca. E che, tra ricorsi e appelli, arriva oggi a definizione con i chiarimenti dei giudici amministrativi sulla sentenza di luglio: lo statuto d'ateneo è illegittimo e va cambiato. Ma, dopo averlo fatto, vanno indette nuove consultazioni
Unict, il Cga ordina nuove elezioni del rettore Pignataro: «Mi ricandido per finire il mandato»
«Sto provvedendo a convocare in via di urgenza il senato accademico, affinché inviti il decano a indire le elezioni del rettore». Così Giacomo Pignataro, a capo dell’Università di Catania, in una nota a caldo dopo gli attesi chiarimenti del Consiglio di giustizia amministrativa a proposito della sentenza di luglio. Al centro della decisione ancora una volta il discusso statuto di Unict varato dall’ex rettore Antonino Recca e, nello specifico, la necessità di rinnovo degli organi d’ateneo a seguito delle modifiche alla carta richieste dal ministero dell’Università e della ricerca e portate avanti da Pignataro. «Chiarezza è stata fatta ed era necessario», commenta l’attuale Magnifico. Prima di annunciare la sua candidatura alle nuove consultazioni d’ateneo, ma solo per completare il suo mandato con i restanti tre anni di carica.
L’affaire statuto comincia nel 2011, quando la nuova carta viene stilata dall’allora rettore Antonino Recca. Su 43 articoli, 18 vengono presto contestati da docenti e giuristi preoccupati per il troppo potere accordato al rettore. Nel 2012 è il ministero dell’Università e della ricerca a presentare un ricorso al tribunale amministrativo regionale di Sicilia. Recca oppone un contro-ricorso e vince. L’anno dopo, però, il Miur ci riprova con un appello al consiglio di giustizia amministrativa che, a fine febbraio 2015, stabilisce l’illegittimità dello statuto. Nel 2013, intanto, le nuove elezioni universitarie nominato rettore Giacomo Pignataro che, fin dal suo insediamento, lavora per modificare la carta, con il benestare del ministero. Ma pochi mesi dopo a opporsi è la docente e componente del consiglio d’amministrazione di Unict Febronia Elia, che chiede l’elezione di nuovi organi di governo. Dopo una prima decisione avversa del Tar, a dare ragione alla professoressa è il Cga.
Eppure il caso non può dirsi ancora risolto, perché nella sentenza restano alcuni punti poco chiari. I giudici amministrativi, infatti, citano un articolo della riforma Gelmini secondo il quale a un’eventuale variazione dello statuto universitario deve corrispondere il rinnovo degli organi. Tra cui senato accademico, consiglio di amministrazione e rettore. A quest’ultima carica, però, è dedicato uno specifico comma, che non viene citato nella sentenza del Cga. Da qui il dubbio di Pignataro sulla necessità di convocare nuove elezioni o sulla possibilità di concludere il suo mandato alla naturale scadenza del 2019. Per dirimere la questione, Unict ha chiesto al Cga la cosiddetta interpretazione autentica della sentenza, arrivata oggi: serve anche una nuova elezione del rettore. I giudici attraverso il documento ordinano le nuove elezioni, fissando il termine di 30 giorni dalla notifica della decisione.
«Ritengo di avere il diritto di proporre la mia candidatura al fine di completare il mandato», fa sapere Pignataro in una nota. Una nuova corsa che allo stato dovrebbe essere a due: a sfidare l’attuale rettore dovrebbe farsi avanti Enrico Foti, direttore del dipartimento di Ingegneria e uomo vicino all’ex Magnifico Recca. Ed è proprio a quest’ultimo che Pignataro dedica alcune righe della sua nota: «Se oggi dobbiamo affrontare un passaggio istituzionale difficile, che ha già comportato danni all’immagine e all’azione dell’ateneo, lo si deve esclusivamente al fatto che chi mi ha preceduto si avventurò ad emanare uno statuto in violazione di importanti norme procedurali».