«Un provvedimento interno formalizzato con regole precise e basato sulla contestazione di fatti specifici». Sarebbero gravi le colpe dell'ex direttore generale Lucio Maggio per cui dall'Università di Catania hanno deciso di revocare il contratto. Al suo posto il suo vicario, adesso direttore generale facente funzioni, Piergiorgio Ricci. Decisioni per nulla gradite, però, da Maggio che passa al contrattacco con alcune querele. I perché del licenziamento in una conferenza stampa al rettorato questa mattina
Unict, i motivi della revoca di Lucio Maggio Rettore: «Nessuna faida, siamo stati costretti»
«L’Ateneo non è spaccato, sta lavorando di comune accordo e questa vicenda mi ha molto amareggiato. Nessuno avrebbe voluto arrivare a questo punto, ma siamo stati costretti a farlo». Sono queste le parole del rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, in merito alla vicenda dell’ormai ex direttore generale Lucio Maggio, terminata con il suo licenziamento. Dopo giorni di silenzio stampa, l’Ateneo catanese rende pubblici i motivi che hanno portato il Consiglio d’amministrazione – dopo il parere positivo del Senato accademico – a decidere all’unanimità per la revoca del contratto di Lucio Maggio. «Non c’è nessuna faida interna – specifica Pignataro – ma si tratta di un provvedimento interno formalizzato con regole precise e basato sulla contestazione di fatti specifici». Nessuna lotta interna, né tanto meno personale, dunque, specifica il rettore, anche perché «è un procedimento che coinvolge diversi organi d’Ateneo con ruoli e responsabilità differenti. Il Consiglio d’amministrazione, inoltre, è lo stesso che lo ha nominato direttore generale nel 2012».
Gravi sarebbero le colpe di Maggio, due in particolare. Da una parte avrebbe stipulato e poi tentato di rinnovare un contratto di manutenzione sulla base di un cottimo fiduciario; dall’altro avrebbe provveduto al rinnovo di due contratti dirigenziali a tempo determinato. Il problema, però, è che in entrambi i casi, Lucio Maggio non avrebbe avuto le competenze per farlo, «tanto che lui stesso ha chiesto al Cda di ratificarli, cosa che però non è mai avvenuta», afferma il rettore Pignataro.
A ricoprire il ruolo di direttore generale facente funzione, in attesa della nomina del nuovo direttore generale, è Piergiorgio Ricci. Già dirigente dell’Area prevenzione e sicurezza dell’Ateneo, era stato nominato dallo stesso Lucio Maggio come direttore generale vicario. «Sono stato chiamato per proseguire l’attività amministrativa. Il mio è un ruolo istituzionale e in questo senso mi muovo e lavoro. Ognuno fa le sue scelte – dice – io credo che per il ruolo che siamo chiamati a ricoprire il primo interesse debba sempre essere quello delle istituzioni», afferma.
Nonostante la sua nomina sia stata decisa da Maggio, però, i loro rapporti sembrano essersi incrinati in questi ultimi tempi. Se è vero che Ricci riferisce di avere ricevuto «gli auguri di buon lavoro» da parte dell’ex direttore generale, è anche vero che quest’ultimo non solo non ha accettato la decisione degli organi d’Ateneo, ma è partito al contrattacco. Considerandosi ingiustamente trattato come un «delinquente abituale», ha infatti deciso di querelare il rettore Pignataro, il direttore generale vicario Ricci e alcuni componenti del Consiglio di amministrazione dellAteneo.
In attesa di capire quali saranno gli sviluppi in tribunale, «nelle prossime sedute di Senato accademico e Consiglio d’amministrazione già calendarizzate per la prossima settimana, sceglieremo il nuovo direttore generale», annuncia Pignataro. «Di certo, come richiede la legge – aggiunge – dovrà avere un’esperienza pluriennale che ci consenta di migliorare in efficienza e qualità, ma soprattutto – conclude – che sappia stabilire quel rapporto fiduciario e di reale collaborazione davvero necessario con gli altri organi».