Una tempesta solare sta per abbattersi sulla Terra

L’EVENTO COSMICO PROVOCHERA’ BLACKOUT E MANDERA’ IN TILT I GPS. SECONDO GLI SCIENZIATI, QUESTA VOLTA POTREBBE PROTRARSI PIU’ A LUNGO PARALIZZANDO SISTEMI DI COMUNICAZIONE, RETI ELETTRICHE E TRASPORTI. I RISCHI SAREBBERO MAGGIORI AI POLI E PIU’ RIDOTTI ALLE MEDIE LATITUDINI

Prima fu la paura del millennio: milioni di persone temettero che con il XX secolo sarebbe finito il mondo. Magari con un bel disastro di proporzioni bibliche. Poi fu la volta del 12 dicembre 2012. I media riempirono le prime pagine con studi e ricerche sulla previsione del calendario Maya secondo la quale il mondo sarebbe finito quel giorno. Quindi fu la volta della tempesta solare che avrebbe dovuto avere il suo picco nel 2013. Gli auruspici (perché di questo si tratta e nient’altro) parlarono di interferenze magnetiche con satelliti, piani di volo e comunicazioni, oltre che con tutto ciò che era influenzabile magneticamente.

Nei giorni scorsi è stato lanciato un nuovo allarme. Una nuova tempesta solare si abbatterà sulla Terra. I ricercatori della task force internazionale SolarMax, coordinato da Ashley Dale, dell’università di Bristol, hanno messo in guardia i Governi: l’evento cosmico provocherà blackout e manderà in tilt i Gps e potrebbe protrarsi “a lungo termine”, paralizzando sistemi di comunicazione, reti elettriche e trasporti. (sopra, a destra, foto tratta da skuola.net)

Si verificheranno espulsioni di plasma dal Sole, precedute da un flare solare, un massiccio rilascio di energia sotto forma di raggi gamma, raggi X, protoni ed elettroni.

“Senza l’energia – spiega Dale – la gente lotterebbe per rifornire l’auto presso le stazioni di servizio, prelevare il denaro dal bancomat o pagare online. I sistemi idrici e fognari sarebbero gravemente colpiti, il che significa che le epidemie sanitarie nelle aree urbanizzate si diffonderebbero rapidamente, con il ritorno di malattie che pensavamo di esserci lasciati alle spalle secoli fa”.

Secondo i calcoli della Nasa, la tempesta potrebbe essere imminente. Sempre secondo le sue previsioni, sarebbe simile a quella che ha colpito la Terra nel 2012, simile a quello del 1859, noto come Evento Carrington, dal nome del suo scopritore. Una tempesta solare di enormi dimensioni che potrebbe causare notevoli disagi in termini economici e sociali, rispedendoci d’un colpo indietro al XVIII secolo.

In Italia sarebbe stato creato addirittura un organismo apposito chiamato Swic (Space Weather Italian Community). ”L’obiettivo è coordinarsi in una rete europea”, spiega Massimo Messerotti, dell’osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e membro del Consiglio direttivo della Swic.

La verità è che, come nel caso delle altre catastrofi globali, non c’è alcun motivo per farsi venire un attacco di panico. La tempesta attesa non colpirebbe ovunque con la stessa intensità: i rischi sarebbero maggiori nelle zone più vicine ai poli e molto ridotti alle latitudini medie.

“Per questo motivo l’Europa occidentale e quella meridionale, compresa l’Italia, non sono di norma interessate in modo significativo”, ha detto Messerotti.

Eventi simili si verificano di continuo, sebbene con intensità diverse: nel 1921 ci fu una tempesta abbastanza intensa e un’altra forte tempesta è avvenuta nel 1989 e poi un’altra fra ottobre e novembre 2003 (passata alla storia come la tempesta di Halloween).

“Non ci sono elementi – prosegue – per dire se la tempesta arriverà a breve o fra 100 anni. Sappiamo che si verificherà, ma non siamo in grado di dire quando; l’importante è essere preparati ad affrontare questi eventi estremi”.

Secondo alcuni scienziati, la soluzione migliore sarebbe la prevenzione. Da attuare ad esempio con i CubeSats, un sistema formato da 16 satelliti al lavoro in orbita intorno al sole e in grado di avvisare i ricercatori a Terra della presenza di una tempesta solare con una settimana di preavviso. In questo modo avremmo la possibilità di prepararci predisponendo lo spegnimento delle linee elettriche vulnerabili, riorientando i satelliti e fermando tutti i voli onde evitare che disturbi ai radar possano provocare catastrofi.

Ecco qual è, forse, il vero problema. Destinare maggiori risorse finanziarie alle ricerche e alle misure di studio e analisi. Non è un caso se recentemente una ricerca della National Academy of Sciences ha stimato il danno economico causato dalla tempesta solare che potrebbe superare i duemila miliardi di dollari. E allora cosa volete che siano pochi milioni di Euro da destinare alla ricerca?

Non solo, ma in questo modo è possibile ottenere anche altri due risultati: innanzitutto distogliere l’attenzione delle persone comuni dai problemi contingenti (“chi se ne frega se il tal esemplare di HOMO POLITICUS fa bene o male il suo lavoro, tanto fra poco moriremo tutti…”). E, poi, far passare in secondo piano i problemi reali e locali che, invece, dovrebbero e potrebbero scatenare la reazione della gente, dall’inquinamento dell’aria e dei mari, al rischio idrogeologico (che interessa l’80% dei comuni italiani) alla crisi economica e finanziaria (che interessa buona parte del globo).

La paura che si verifichino questi eventi fa comodo a molti e allora perché non diffonderla (ovviamente facendo attenzione che non diventi panico)?

 

 


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