Un film con la suspense ma a lieto fine Il Palermo esulta, si riparte dalla serie A

Missione compiuta ma quanta fatica. Il Palermo sapeva che per avere la certezza assoluta della salvezza avrebbe dovuto vincere contro il Verona senza pensare al risultato del Carpi («corsaro» a Udine) e i rosanero hanno portato a casa il risultato. Un risultato maturato al culmine di una gara che, in un certo senso, ha rispecchiato la stagione della squadra, capace di complicarsi la vita da sola e tenere in bilico il punteggio fino all’ultimo secondo dopo che ad un certo punto la partita sembrava archiviata. Il susseguirsi di emozioni e colpi di scena di ieri sera, davanti ai 33 mila spettatori del Barbera, è paragonabile a quello di un film scritto e coordinato da un regista che, sull’asse Palermo-Carpi, si è divertito a costruire e intrecciare trame imprevedibili. Basta guardare il tabellino dei marcatori per accorgersi che il calcio spesso sa disegnare delle traiettorie davvero curiose: nel Palermo hanno segnato i giocatori che compongono lo zoccolo duro e che sono stati decisivi per la salvezza (Vazquez, Maresca e Gilardino e anche i due miracoli di Sorrentino nel primo tempo, con la complicità del palo, sulle conclusioni di Pazzini e Ionita equivalgono ad un gol). Tra i gialloblù, che hanno onorato l’impegno giocando senza risparmiarsi, sono andati a segno un giocatore che ha sfiorato il Palermo (Viviani in estate era praticamente dei rosanero prima dell’improvviso cambio di rotta verso Verona) e l’ex rosanero Pisano.

Un finale thrilling ha rischiato di trasformare la sceneggiatura in un film dell’orrore ma il contributo determinante dei «senatori», coadiuvati ancora una volta da autorevoli rappresentanti della classe operaia (maiuscole, ad esempio, la prove di Cionek e Rispoli protagonisti in occasione del gol del 3-1 realizzato da Gilardino anche se viziato dalla posizione di fuorigioco dell’esterno campano), ha orientato la trama verso l’happy end. Il film a tinte rosanero ha tenuto gli spettatori con il fiato sospeso ma, nonostante la suspense, il cast di attori e la gente (sia il pubblico allo stadio dove si è registrato il record stagionale di presenze sia i tifosi che hanno guardato la partita in tv) alla fine hanno potuto tirare un lungo sospiro di sollievo.
Il Palermo resta in serie A. Ballardini lo ha definito un capolavoro, noi aggiungiamo che si tratta di un miracolo. Qualche settimana fa (prima della preziosa vittoria a Frosinone) era molto difficile immaginare un epilogo di questo tipo. I rosa hanno stupito tutti conquistando undici punti nelle ultime cinque giornate e ritrovando in tempo utile unità di intenti e compattezza. Brava la squadra a crederci quando il traguardo sembrava ormai compromesso e bravo anche Ballardini a trovare in extremis la chiave giusta sintonizzandosi sulle stesse frequenze di quello spogliatoio con cui si era rotto il feeling lo scorso gennaio. E una nota di merito va riconosciuta anche a Zamparini. Il presidente resta il principale responsabile di questa stagione tormentata ma, prima dello sprint finale, ha avuto l’intuizione di richiamare il tecnico ravennate e anche l’inserimento nei quadri rosanero del consulente Gianni Di Marzio (un vero e proprio toccasana con la sua carica e la sua energia positiva) si è rivelata una mossa azzeccata.

Conquistata la salvezza, si volta pagina. Da dove ripartire? Intanto è sicuro che il Palermo 2016/2017 avrà un profilo diverso da quello attuale (Sorrentino, che questa mattina assieme ad altri compagni si è recato al Santuario di Santa Rosalia, ha fatto capire che andrà via e sono in uscita anche Maresca e Vazquez). In termini di programmazione, è importante che gli addetti ai lavori rosanero non ignorino quanto è successo nel corso di questo campionato ricco di problematiche e situazioni particolari. La società faccia tesoro degli errori commessi e, costruendo una squadra competitiva, crei le condizioni essenziali per una stagione in linea con le ambizioni e le aspettative della tifoseria.


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