Nel corso della conferenza stampa convocata in Questura, il sostituto procuratore della Dda Pasquale Pacifico (titolare dell'inchiesta) ha affermato: "La dinamica e la ricostruzione della polizia e dello stesso indagato portano ad escludere che il movente della sparatoria di ieri in piazza Dante sia mafioso. Tutto lascia far pensare che dietro quanto avvenuto ieri ci siano forti rancori e contrasti personali duranti nel tempo".
Ultim’ora: Sparatoria piazza Dante, “Nessun legame con la mafia”
Escluso il movente mafioso, secondo il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Pasquale Pacifico, titolare dell’inchiesta sulla sparatoria avvenuta ieri davanti all’ex Monastero dei Benedettini di Catania, sulla sparatoria avvenuta ieri nel capoluogo etneo nella quale, accidentalmente, e’ stata ferita gravemente una studentessa. Le indagini dunque sembrano confermare la confessione di Andrea Rizzotti, l’uomo di 54 anni, incensurato, arrestato dalla squadra mobile. All’origine del gesto, secondo le dichiarazioni dell’uomo, un rancore personale dovuto a una relazione di Maurizio Gravino (il suo bersaglio) con una sua parente
Rizzotti ha detto di aver agito per “legittima difesa” perché stanco degli insulti di Gravino, che aveva avuto una relazione con una sua parente e che passava tutti i giorni davanti al distributore di carburanti insultandolo sempre allo stesso modo: mostrandogli il mignolo e l’indice a mò di ‘corna’.
Alla sua identificazione la squadra mobile di Catania è arrivata anche grazie alle testimonianze raccolte e alla visione delle immagini di telecamere di sicurezza di esercizi della zona.
Intanto, Laura Salafia (la ragazza ferita accidentalmente da uno dei proiettili destinati a Gravino) è tuttora ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi a causa di un ‘trauma midollare’. Sembra certo l’intervento chirurgico per estrarre il proiettile che l’ha colpita, rimasto conficcato tra due vertebre cervicali.