Trattativa Stato-Sicilia: in ballo i miliardi dell’articolo 37. E Bianchi difende Roma…

Per una volta, lo Stato italiano è impegnato in una trattativa chiara, ufficiale e con soggetti indubbiamente istituzionali: quella con la Regione siciliana e con il Parlamento dell’Isola  in merito all’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano. La questione è ormai nota.  Si tratta di quella norma secondo cui,  le imprese che producono in Sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare qui i tributi. Il Governo centrale, con la complicità di quello regionale,  sarebbe disposto a riconoscere 49 milioni di euro l’anno. Non solo una cifra ridicola (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardil’anno ), ma anche detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38 dello Statuto). Come se il gap di infrastrutture Nord- Sud, fosse un problema risolto. 

La truffa è stata sventata. E dopo tante proteste di siciliani attenti, come il Comitato per l’Attuazione dello Statuto e non solo,  si è arrivati a due mozioni che sono state discusse oggi all’Ars. Una è del Movimento 5 Stelle, l’altra porta la firma di deputati del Pdl e del Pid ( D’ASERO – CORDARO – FORMICA – DI MAURO – GRASSO – FAZIO – GIANNI). Entrambe mirano ad impegnare il governo siciliano a non svendere gli interessi dei siciliani, come spesso ha fatto, sull’altare di quelli romani.

Nella seduta del 31 maggio, il governo siciliano, ha snobbato l’Aula.   Questa volta c’era  l’assessore regionale all’Economia, il romano Luca Bianchi, che, a Sala d’Ercole,  sede del Parlamento siciliano,  ha  difeso a spada tratta lo Stato italiano. C’è da dire, che a differenza della seduta precedente, i deputati siciliani sono stati più incisivi.

Ma, andiamo con ordine:

ad aprire  il dibattito in merito, è stato il parlamentare del Pdl, Antoniono D’Asero, firmatario di una delle due mozioni,  che ha ripercorso il tracciato della svendita dell’articolo 37: “La trattativa portata avanti da Crocetta e Bianchi è  penalizzante nei confronti della Sicilia. Perché accettare questo accordo al ribasso? Davvero non ha senso. Il governo nazionale finge di riconoscere le risorse dell’articolo 37 stanziando risorse previste per l’articolo 38 dello Statuto. Quelle cioè destinate alla perequazione infrastrutturale. Il gap di infrastutture Nord- Sud è stato colmato? Non ce ne siamo accorti. C’è una posizione istituzionale e Costituzionale da difendere (lo Statuto siciliano è parte della Costituzione, ndr) e il governo siciliano che fa?”.

Dello stesso tenore l’intervento di Stefano Zito, firmatario della mozione del M5S: “

“La nostra mozione contesta radicalmente il metodo di quantizzazione dell’articolo 37, tutto a favore dello Stato italiano che da oltre 60 anni nicchia sull’argomento appropriandosi di risorse che spettano alla Sicilia” dice, in sostanza, il deputato grillino.

E pure Roberto Di Mauro, Mpa, non è stato tenero: ” Il governo  siciliano deve affrontare seriamente questa trattativa con lo Stato.  Non può farsi prendere in giro in questo modo”. 

Prende quindi la parola l’uomo della Capitale, Luca Bianchi, l’assessore all’Economia del governo Crocetta: “Finora gli unici dati attendibili che abbiamo sono quelli del Dipartimento Statale delle Politiche Fiscali che per il 2012,  che, in merito alle competenze dell’articolo 37 dello Statuto siciliano, parlano di 50 milioni di euro. Mi fanno sorridere le analisi che si riferiscono ad illustri economisti siciliani che parlano di miliardi. E chi sono?”

Insomma, l’assessore romano, ovviamente sceglie di credere  ai conti  romani. Non perché sia stupido o perché non sappia leggere lo Statuto siciliano, i bilanci, e la Costituzione.  Non perché snobbi le analisi degli economisti siciliani, che fino a prova contraria, sanno contare come lui. Ma, perché, evidentemente, se è stato mandato in Sicilia a fare l’assessore all’Economia, un motivo c’è….E, ad occhio e croce, non va a favore degli interessi dei siciliani.

Comunque non  è certo un  caso,  che Vincenzo Figuccia, giovane e determinato deputato del Mpa, in Aula, prendendo la parola, ha invitato  Bianchi ad essere più rispettoso degli economisti siciliani. E della Sicilia, in genere.

Bianchi si è comunque augurato di trovare una sintesi tra le due mozioni. Poi ha detto una cosa strana assai. “Meglio per la Sicilia se sono solo 50 milioni, così avrà meno competenze trasferite”. L’assessore inviato da Roma si riferisce al principio della simmetria. Ma, a modo suo. A conti fatti, la Sicilia, infatti,  anche se  si ‘accolla’ tutte le competenze previste dallo Statuto, come ha spiegato bene il professor Massimo Costa, ha solo da guadagnarci.  Altro che l’insulto dei 50 milioni…

“Ci impegniamo a riferire al Parlamento siciliano sugli sviluppi della trattativa con lo Stato. Ci impegniamo anche a nominare al più presto i componenti della Commissione paritetica” ha concluso Bianchi in Aula.  

In ogni caso, le due mozioni non sono state posto al voto. Aspettando Godot…

Articolo 37: ci sono solo 30 giorni per evitare la truffa del secolo

LE DUE MOZIONI SULL’ARTICOLO 37 DELLO STATUTO SICILIANO

La truffa dell’Articolo 37: Aula deserta e Governo assente
Una rivolta anti-italiana per salvare la Sicilia
La Sicilia regala all’Italia 10 miliardi di euro l’anno (almeno)
La questione siciliana all’Onu
Le solite bugie sul Sud Italia
Svimez: il Sud Italia più colpito dalle manovre del governo nazionale
Centocinquant’anni di unità? No, di bugie (e omissioni)


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Per una volta, lo stato italiano è impegnato in una trattativa chiara, ufficiale e con soggetti indubbiamente istituzionali: quella con la regione siciliana e con il parlamento dell'isola  in merito all'applicazione dell'articolo 37 dello statuto siciliano. La questione è ormai nota. Si tratta di quella norma secondo cui,  le imprese che producono in sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare qui i tributi. Il governo centrale, con la complicità di quello regionale,  sarebbe disposto a riconoscere 49 milioni di euro l’anno. Non solo una cifra ridicola (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardil’anno ), ma anche detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38 dello statuto). Come se il gap di infrastrutture nord- sud, fosse un problema risolto.

Per una volta, lo stato italiano è impegnato in una trattativa chiara, ufficiale e con soggetti indubbiamente istituzionali: quella con la regione siciliana e con il parlamento dell'isola  in merito all'applicazione dell'articolo 37 dello statuto siciliano. La questione è ormai nota. Si tratta di quella norma secondo cui,  le imprese che producono in sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare qui i tributi. Il governo centrale, con la complicità di quello regionale,  sarebbe disposto a riconoscere 49 milioni di euro l’anno. Non solo una cifra ridicola (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardil’anno ), ma anche detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38 dello statuto). Come se il gap di infrastrutture nord- sud, fosse un problema risolto.

Per una volta, lo stato italiano è impegnato in una trattativa chiara, ufficiale e con soggetti indubbiamente istituzionali: quella con la regione siciliana e con il parlamento dell'isola  in merito all'applicazione dell'articolo 37 dello statuto siciliano. La questione è ormai nota. Si tratta di quella norma secondo cui,  le imprese che producono in sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare qui i tributi. Il governo centrale, con la complicità di quello regionale,  sarebbe disposto a riconoscere 49 milioni di euro l’anno. Non solo una cifra ridicola (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardil’anno ), ma anche detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38 dello statuto). Come se il gap di infrastrutture nord- sud, fosse un problema risolto.

Per una volta, lo stato italiano è impegnato in una trattativa chiara, ufficiale e con soggetti indubbiamente istituzionali: quella con la regione siciliana e con il parlamento dell'isola  in merito all'applicazione dell'articolo 37 dello statuto siciliano. La questione è ormai nota. Si tratta di quella norma secondo cui,  le imprese che producono in sicilia, anche se hanno sede legale fuori, devono pagare qui i tributi. Il governo centrale, con la complicità di quello regionale,  sarebbe disposto a riconoscere 49 milioni di euro l’anno. Non solo una cifra ridicola (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardil’anno ), ma anche detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38 dello statuto). Come se il gap di infrastrutture nord- sud, fosse un problema risolto.

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]