Trapani, inviati quattro caccia nella base di Birgi Occhi sulla Libia, Gentiloni: «Per ora no missioni»

Occhi puntati sul Nord Africa e, in particolare, sulla Libia. Lo stato maggiore della Difesa ha deciso di potenziare l’aviazione presso la base militare di Trapani Birgi. Nell’aeroporto sono arrivati quattro caccia Amx del 51esimo stormo di Istrana (Treviso). L’intento dichiarato è quello di aumentare la sorveglianza sul Mediterraneo e nei paesi nordafricani, dove la situazione politica è negli ultimi mesi è diventata più instabile causando un «deterioramento delle condizioni di sicurezza».

Nonostante il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, abbia più volte scongiurato un intervento della Nato in Libia, la sensazione che sia proprio il paese libico quello che maggiormente preoccupa gli stati occidentali è forte. Proprio domani, infatti, scadranno i termini entro i quali il premier Fayez al-Sarraj dovrà annunciare i componenti del governo di unità nazionale. Un esecutivo voluto nell’intento di pacificare una nazione che, dalla caduta di Muammar Gheddafi in poi, ha vissuto costanti periodi di destabilizzazione con l’aggiunta, nell’ultimo periodo, delle pressioni dello Stato Islamico, che oggi controlla diverse zone del paese. A tal proposito, Gentiloni ha dichiarato: «Americani ed europei – ha sottolineato il ministro – scommettono tutto sulla stabilizzazione del paese. Ogni altra prospettiva – ha continuato- sarebbe molto pericolosa per la Libia e per la comunità internazionale. Se tra qualche mese bisognerà prendere atto con amarezza che i libici hanno rinunciato a questa prospettiva – ha concluso Gentiloni- allora certamente dovrà nascere una coalizione internazionale anti-Isis come in Iraq o in Siria. Ma, insisto, non è all’ordine del giorno, né oggi né domani». 

Sul coinvolgimento di basi siciliane nelle operazioni contro Isis, la ministra della Difesa Roberta Pinotti era intervenuta a fine novembre. Dopo le voci dell’arrivo di circa quindici caccia francesi proprio a Trapani Birgi, Pinotti aveva specificato che la Sicilia difficilmente sarebbe stata interessata dalle operazioni in Medio Oriente. Mentre il suo ruolo sarebbe tornato centrale, qualora lo scenario si fosse spostato nel Nordafrica.

Simone Olivelli

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