«Non viene applicato il principio della rotazione tra le ditte che sono iscritte al Mercato elettronico della pubblica amministrazione. Inoltre, in alcuni casi, i lavori affidati a quelle ditte con preventivi di poche migliaia di euro al termine della loro esecuzione vengono liquidati con somme doppie se non triple». L’atto d’accusa è contenuto in un […]
La gara sistemata durante l’emergenza idrica a Custonaci. «Non facciamo capire niente a nessuno e siamo a posto»
«Non viene applicato il principio della rotazione tra le ditte che sono iscritte al Mercato elettronico della pubblica amministrazione. Inoltre, in alcuni casi, i lavori affidati a quelle ditte con preventivi di poche migliaia di euro al termine della loro esecuzione vengono liquidati con somme doppie se non triple». L’atto d’accusa è contenuto in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare del blitz antimafia scattato ieri nel territorio di Trapani. L’operazione, denominata Scialandro, ha portato all’arresto dell’ex vicesindaco di Custonaci Carlo Guarano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Indagati a piede libero, l’ex sindaco Giuseppe Morfino, l’ex assessore Giovanni Battista Campo e il papà e consigliere comunale Baldassarre Campo. Gli investigatori stanno passando ai raggi X la documentazione del municipio in provincia di Trapani e tra le contestazioni è finito pure l’affidamento diretto alla ditta di autotrasporti dell’imprenditore, finito indagato, Antonio Monteleone Lazzarucci, durante l’emergenza idrica dell’estate del 2021, per la fornitura di acqua con le autobotti.
Dietro l’affidamento, stando alle accuse, ci sarebbe stato un «trattamento di favore» da parte dell’allora amministrazione. Consapevole che all’interno della ditta lavorasse «l’associato mafioso» Paolo Magro, finito ieri in carcere. «In molti casi – si legge nell’ordinanza – gli amministratori interloquivano direttamente con lui in merito alle forniture d’acqua». Il 17 agosto del 2021 sarebbe stato lo stesso Magro a sollecitare il vicesindaco affinché inviasse una pattuglia di vigili urbani per regolare il traffico, così da consentire dei trasporti d’acqua più celeri: «Devi mandare subito una partita di guardie – diceva intercettato – che sono fermo qua». L’irregolarità in questa vicenda, secondo la ricostruzione dei magistrati, sarebbe legata al mancato invito, da parte del Comune, di altre ditte oltre a quella che ha ottenuto l’affidamento. Una irregolarità forse ben chiara ai diretti interessati, almeno stando alla ricostruzione della procura. Due mesi dopo, gli amministratori finiti nei guai avrebbero infatti cercato di rimediare con «una gara truccata», si legge nei documenti.
Il 5 agosto del 2021 il consigliere comunale, bollato come alter ego del sindaco, discuteva proprio con Morfino. «Dobbiamo stare attenti Peppe – diceva intercettato – non è che possiamo fare tutte cose con Lazzarucci… Parliamoci chiaro». Un monito accolto dall’ex primo cittadino: «Ci sono altre ditte in regola che possono portare l’acqua». Dalle parole si sarebbe passati ai fatti con l’invito ad altre società specializzate nella fornitura idrica. La procedura, però, stando alle accuse, sarebbe stata sistemata con un suggerimento preciso, poi accolto da Lazzarucci e da una seconda ditta, riconducibile all’indagato Giuseppe Castiglione. Inserire la cifra di 40 euro più Iva per ogni trasporto. L’imprenditore, da un lato, avrebbe accettato l’invito ma, dall’altro, avrebbe preteso le spettanze per i trasporti già svolti, rimarcando anche «l’assunzione di Paolo Magro come impegno assunto in favore degli amministratori locali».
Alla fine, stando alla ricostruzione venuta fuori nel corso delle indagini, a ottenere l’affidamento con la stessa offerta sarebbe stato proprio Lazzarucci insieme alla seconda azienda. Una scelta precisa, ipotizzano gli inquirenti, così da ripartire le commesse. Da sistemare, però, ci sarebbero state anche le forniture precedenti. In questo senso, l’ex vicesindaco avrebbe deciso di «fare risultare fittiziamente le consegne già effettuate da Lazzarucci come ancora da effettuare. Un falso per sanare una precedente irregolarità» con una data postuma e il lavoro di un dipendente comunale, chiamato Peppe ma non identificato. «Noi lo carichiamo – diceva il politico – e glieli diamo tutti a Lazzarucci, siccome già li ha fatti questi viaggi. Non facciamo capire niente a nessuno e siamo a posto». Per il giudice, in attesa di ulteriori approfondimenti con la documentazione della vicenda, «nessun dubbio può essere sollevato sulla sussistenza di gravi indizi per il reato di turbativa d’asta».