«Noi» è la parola scelta da Enrico Trantino per stare, ancora prima della virgola, accanto al nome di Catania. La città di cui aspira a diventare primo cittadino. In città sono comparsi i suoi cartelloni, i volantini sono già stati distribuiti sui social. L’ex assessore della giunta dell’ex sindaco (poi sospeso) Salvo Pogliese è stata la persona su cui è ricaduta, alla fine, la scelta di Fratelli d’Italia. Qualche giorno fa, quando mancava ancora l’ufficialità della candidatura di Trantino, qualcuno (leggi il collega di giunta Pippo Arcidiacono) ha già storto il naso e si è detto deciso a continuare la propria personale, a questo punto, corsa a sindaco del capoluogo etneo. Anche perché, solo a fine marzo, Arcidiacono aveva tenuto a precisare che la sua candidatura era stata «autorizzata» direttamente da Pogliese nel corso di un incontro con numerose persone presenti. I giochi definitivi, però, non sono ancora fatti. Cosa che è chiara anche allo stesso Trantino che, accanto al suo nome e al suo volto sorridente, non ha messo nessun simbolo di partito. Come avevano già fatto altri prima di lui nello stesso centrodestra: dalla deputata di Prima l’Italia Valeria Sudano, che aveva anticipato tutti con i manifesti affissi in città, allo stesso Arcidiacono.
«In attesa della decisione della Lega, le altre forze del centrodestra si sono espresse a sostegno della mia candidatura a sindaco di Catania», ha scritto Trantino in un post su Facebook con cui accompagna il proprio volantino elettorale digitale. Avvocato 60enne, Trantino è anche figlio dell’ex sottosegretario del governo Berlusconi, Enzo Trantino, storico militante del Movimento sociale catanese al pari di Nello Musumeci. E, proprio da lui, Enrico Trantino aveva ricevuto l’investitura di coordinatore provinciale di Diventerà Bellissima, prima che il partito dell’ex governatore confluisse in FdI. Agli altri componenti del centrodestra l’ex assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici si è rivolto per ringraziarli «per la fiducia e per avere rinunciato a proposte alternative di sicura autorevolezza. Non so se rappresenta la migliore soluzione, ma so che l’umiltà è l’ingrediente fondamentale per capire come agire».
E per spiegare meglio in che modo passare all’azione, Trantino prende in prestito una metafora sportiva: «Dalla mia esperienza rugbystica ho imparato che solo spingendo insieme si può arrivare alla meta. Spero di essere sostenuto da tantissimi compagni di squadra. Adesso è tempo di cominciare – aggiunge il candidato – metterò tutto me stesso, non mi risparmierò e con l’aiuto di chiunque creda nel progetto, il mio obiettivo sarà non tradire la fiducia che mi verrà riconosciuta. Catania è una città straordinaria. Desidera solo essere amata. E – conclude Trantino – dipende da tutti noi». Un noi che sembra tutto ancora da costruire nei centridestre catanesi.
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