In seguito alla denuncia di una minorenne a un'organizzazione di volontariato che si occupa di migranti, un fratello e una sorella nigeriani sono arrestati perché avrebbero destinato la giovane al mercato del sesso in provincia di Caserta. Per convincerla a non ribellarsi usavano anche maledizioni e riti magici
Traffico di migranti, 16enne denuncia riti vudù Costretta a prostituirsi, accusati due nigeriani
Due nigeriani sono stati arrestati a Foggia e Caserta il 14 marzo 2017, in seguito a una indagine partita dalla direzione distrettuale antimafia di Catania, che li accusa di traffico illecito di migranti destinati al mercato del sesso in cambio della possibilità di stabilirsi in Italia e trovare subito lavoro. Tutto inizia il 21 luglio 2016, quando una 16enne nigeriana, Rosalia (nome di fantasia), si mette in viaggio per l’Italia su un barcone di fortuna. Recuperato poi dalla nave spagnola Reina Sofia, cha approda al porto di Catania.
Il viaggio di Rosalia era stato finanziato da Osatohamwan Mathew, detta Briget, e dal suo fratello-complice Osarodion Matthew, conosciuto come Jerry. I due avrebbero recuperato la somma pattuita di cinque milioni di naira (equivalenti a 15mila euro), costringendo la ragazza a prostituirsi nella zona di residenza di Briget, ad Aversa in provincia di Caserta. Località che la ragazza ha raggiunto poco dopo lo sbarco a Catania. Arrivata nel Comune casertano, la ragazza riesce subito a fuggire e chiede aiuto all’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Ai volontari spiega che l’impegno a saldare il debito è stato sancito da una maledizione, detta Ju Ju, la quale avrebbe previsto la morte e disgrazie di ogni genere in caso di insolvenza.
Inoltre, le intercettazioni dei servizi di Caserta e Foggia hanno evidenziato che, in seguito alla fuga, Briget avrebbe ricattato nuovamente la ragazza tramite ulteriori riti ancora più efficaci, che utilizzavano frammenti di vetri recuperati da autovetture incidentate, per riassoggettarla al proprio volere. Mentre Jerry avrebbe detto alla sorella che qualora fossero riusciti a rintracciarla, anche tramite Facebook, avrebbero raddoppiato il debito.
Da ulteriori conversazioni intercettate è emerso che i familiari della giovane, preoccupati dalla mancanza di notizie della figlia, si sono messi in contatto con Jerry, il quale avrebbe fatto subito loro presente che «quando uno si affida a qualcun altro per fare viaggiare i propri figli è giusto che questi venga pagato», come riportato da una nota della questura di Catania. Completate le indagini, Briget e Jerry sono stati portati nelle carceri di Pozzuoli (in provincia di Napoli) e Foggia. L’operazione è stata denominata Brother & sister.