Tornati dalla Cina, sottoposti a profilassi dopo le paure Succede a Campofelice. Sindaca: «Diffuse false notizie»

«Al fine di fugare ogni dubbio in merito a notizie false e infondate, irresponsabilmente messe in circolazione, sulle presunte condizioni di salute non favorevoli di alcuni nostri concittadini, rientrati di recente dalla Cina, comunico alla cittadinanza che non sussiste alcuna situazione di pericolo, né circostanza tale da procurare allarme o richiedere particolari tipi di precauzione». Sono le 14 e 30 quando Michela Taravella, sindaca del Comune di Campofelice di Roccella, sceglie di diffondere una nota sui social per tranquillizzare la popolazione della cittadina Palermitana a ridosso di Cefalù.

La paura del Coronavirus, infatti, si è diffusa da qualche giorno anche nella solitamente tranquilla Campofelice. A gettare nel panico le persone è l’arrivo, nei giorni scorsi, di una famiglia di etnia cinese che, pare, sarebbe rientrata in Sicilia dopo aver trascorso nei luoghi d’origine il capodanno cinese. Da quel momento cominciano a circolare voci incontrollate sullo stato di salute dei componenti della famiglia. Sia i controlli effettuati in Asia che quelli all’aeroporto Punta Raisi – dove da qualche giorno i tecnici del ministero della Salute e della Croce Rossa Italiana effettuano un’attività di screening della temperatura corporea per i passeggeri in arrivo con i voli internazionali – avevano però escluso per tutti febbre e congiuntivite, ovvero i sintomi principali del virus influenzale che sta terrorizzando il mondo. Ma ciò non sarebbe bastato agli abitanti di Campofelice, che hanno sollecitato ulteriori esami dopo la raffica di voci e timori che si sono diffusi tra le piazze del paese e le piazze virtuali. Ecco perché la sindaca Taravella, in qualità di autorità sanitaria locale, ha richiesto, come racconta lei stessa, «l’attivazione dei protocolli disposti dal Ministero della Salute e richiesto la profilassi necessaria, al fine di escludere ogni dubbio in merito alla presunta diffusione del virus».

Gli ulteriori controlli sono stati effettuati in collaborazione con l’Asp, il Dasoe (il Dipartimento di attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico) e la dirigente Letizia Di Liberti (responsabile regionale della gestione dell’emergenza sanitaria relativa alla diffusione del Coronavirus). Direttamente presso l’abitazione della famiglia. «Abbiamo provveduto a gestire la vicenda con la massima tempestività e riservatezza – scrive ancora la prima cittadina – per tutelare la comunità tutta e in particolare, per salvaguardare, con il più riverente rispetto, la delicata situazione della famiglia di nostri concittadini interessata, al fine di evitare che, per ignoranza o per inesattezze, fosse vittima di giudizi sommari e dolorosi. Da tali responsi, conseguenti alla deprecabile e irresponsabile diffusione di notizie fuorvianti, risultate assolutamente false, ci si dissocia fermamente, esprimendo la più dura condanna. Dai controlli eseguiti, disposti in via meramente precauzionale e senza alcuna imposizione da parte di alcuna autorità, tutti gli interessati sono risultati negativi al virus e pertanto in ottimali condizioni di salute».

Uno zelo, dunque, che Taravella giustifica con la necessità di garantire la necessaria tranquillità a una comunità spaventata che, forse, avrebbe potuto dare vita ad atti discriminatori e di vero e proprio razzismo come già avvenuto in tante altre parti d’Italia. In tanti hanno mostrato di apprezzare il tempestivo intervento. Ma sui social c’è anche qualche critica. «Se volevate cautelare la famiglia non sareste dovuti intervenire nemmeno così, con l’ambulanza, i vigili, le protezioni da pittura – afferma ad esempio Tiziana Inchiappa – Quantomeno, visto che eravate stati avvisati, avreste potuto attenderli all’entrata del paese quando sono rientrati e accompagnarli cautelativamente in un luogo tranquillo lontano da occhi indiscreti con un normalissimo controllo e basta cosi. Perché oltretutto in aeroporto gli avranno già fatto i controlli, quindi la scenata è stata superflua».

Critiche che però la stessa sindaca respinge, in maniera pacata. «Si è trattato di controlli di rito. Nessuna forzatura, tutto si è svolto in un clima sereno – commenta a MeridioNews – La famiglia abita in una stradina di paese, perciò la presenza dei sanitari è saltata all’occhio. Ecco perché mi sono recata io stessa in prima persona, visto il mio ruolo e considerata la fiducia che un sindaco deve trasmettere ai cittadini. Ho tranquillizzato i residenti, ritenendo come mamma di dover tutelare una comunità. Voglio chiarire che questo controllo è servito soprattutto per consentire alla famiglia in questione, che da tempo è ben integrata, di continuare a vivere in serenità. Campofelice si è sempre contraddistinta per essere un luogo di accoglienza». 


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