A realizzare il progetto, già approvato, è l'architetto Ugo Francesco Mirone. Previsto anche uno stemma dipinto a mano su pietra. Utilizzate tre tipologie di pietre: siracusana, mirto e lavica. Interventi anche in via Albertone con balcone panoramico che darà sul nodo viario. Contro l'opera M5s e Catania bene comune
Tondo Gioeni, un milione di euro per un muro Previste due fontane illuminate e led colorati
Una ferita aperta che sarà coperta con un nuovo muro: costo complessivo un milione di euro. A beneficiare del costoso intervento estetico sarà il tondo Gioeni. Lo snodo viario che nel 2013 ha subito l’abbattimento del cavalcavia inaugurato negli anni ’60. Il nuovo progetto di abbellimento che riguarda la zona è redatto dall’architetto Ugo Francesco Mirone, ex dipendente comunale ora in pensione. Il professionista che si è già occupato della trasformazione di via Teatro Massimo e del restyling di piazza Galatea, con tanto di trasloco dell’opera dello stallone ferito da piazza Umberto.
La «sistemazione artistico-architettonica», così si legge nei documenti, si affaccia su via Andrea Doria e prevede la realizzazione di due fontane con acqua a cascata che saranno illuminate da alcuni led colorati. Nell’elenco degli interventi c’è anche una sorta di balcone panoramico sulla circonvallazione. Una ringhiera in ferro battuto e un marciapiede, secondo il piano esecutivo, dovrebbero fare bella mostra in via Albertone, arteria che si trova proprio sopra alla zona dove c’era un tempo il cavalcavia. Da sempre più croce che delizia di migliaia di automobilisti.
L’acqua delle fontane sgorgherà da due bocche di pietra per poi finire in una vasca di raccolta destinata al riciclo continuo. Tra i dettagli dell’opera, indipendente rispetto al paramento già esistente, ci sono anche quelli sulle pietre che verranno utilizzate per il rivestimento. Si tratta di tre tipologie diverse: siracusana, mirto e lavica, per altrettante colorazioni: bianco, ocra e grigio. Previste anche delle piante rampicanti che verranno piantate all’interno di alcune aiuole alle due estremità della struttura, per circa 50 metri di lunghezza, e uno stemma che dovrà essere realizzato a mano su pietra nella zona centrale del muro.
La zona in questione è la stessa celebre ormai da anni, per le cascate d’acqua che le fanno da cornice durante le giornate di pioggia più intense. Su via Albertone, secondo quanto appreso da MeridioNews, dovrebbero essere realizzate anche delle caditoie e dei tubi per far defluire l’acqua ed eliminare lo scolo sul muro.
C’è poi il nodo della spesa necessaria. Sul costo complessivo, di poco inferiore al milione di euro, 794mila e 800 euro provengono un mutuo concesso dalla cassa depositi e prestiti per la realizzazione di una pista ciclabile. Fondi stornati per questi lavori di abbellimento che avranno una scadenza di sei mesi. I provvedimenti della scorsa settimana, adottati dall’amministrazione comunale, hanno portato all’approvazione definitiva del progetto. Da bandire ormai c’è soltanto la gara d’appalto. Entro il 2016 tutto potrebbe essere pronto.
A criticare senza mezzi termini l’intera operazione è il movimento Catania bene comune, che nelle scorse ore ha sollevato la questione sull’utilità: «Appare uno schiaffo alla povertà, un affronto a chi per anni ha chiesto risorse all’amministrazione, un insulto alle centinaia di famiglie che aspettano dal Comune gli stipendi arretrati che si spenda un milione di euro per l’abbellimento di un muro – incalza il rappresentante Matteo Iannitti -. Se davvero il sindaco Bianco vuole valorizzare quell’area pensi alla quotidiana cura e manutenzione del parco Gioeni che si trova in uno stato inaccettabile di abbandono e al buio». «Progetto faraonico, utile solo a coltivare il culto dell’immagine», lo definisce il Movimento 5 stelle attraverso il meetup locale.
Di pare diametralmente opposto la consigliera della seconda circoscrizione Pina Rapicavoli: «Definire il prospetto come un banale muro è uno schiaffo all’intelligenza dei catanesi». L’esponente della lista Con Bianco per Catania per la difesa del progetto scomoda anche lo scrittore Umberto Eco, recentemente scomparso: «Catania bene comune sfrutta il sistema, ben descritto dal compianto autore, delle bufale che dai social si propagano dappertutto. Lo stesso sta capitando con un’opera che sarà strategica per la captazione delle acque».