A poco meno di una settimana di distanza dal match che ha visto sfuggire la possibilità per Palermo di avere il proprio campione di pugilato, il pugile della Palestra Popolare torna all'episodio che gli è costato la sconfitta. «La sorte ha giocato un ruolo importante». E sulle contestazioni ribadisce che «la situazione è stata gestita e contenuta»
Titolo superleggeri, Bentivegna chiede la rivincita «Solo qualche punto di sutura, non ci fermeranno»
È trascorso qualche giorno dal big match per il titolo italiano Superleggeri, giocatosi venerdì scorso al PalaOreto e conclusosi con la vittoria del boxeur piemontese Massimiliano Ballisai sul palermitano della Palestra Popolare Giancarlo Bentivegna. Ora il boxeur, a mente fredda e lucida, chiede la rivincita e analizzata i fatti conseguenti all’incontro, atteso dalla città, che avrebbe potuto portare proprio nel capoluogo siciliano – e ad opera di un palermitano – l’agognata cintura. Dopo una prima sospensione dell’arbitro, l’incontro è stato poi definitivamente fermato dal medico per la ferita riportata da Bentivegna (testata involontaria) all’occhio sinistro. Una volta formalizzata la sospensione, si è data la vittoria di Ballisai ai punti. Votazione dei giudici 66-66, 65-67, 65-67.
«Con l’incontro di venerdì io e il mio staff ci giocavamo il titolo italiano – dice il pugile. Un appuntamento cui siamo giunti dopo mesi di instancabile allenamento, di meticolosa e paziente preparazione. Tanta la rabbia e la delusione per il verdetto ma, d’altronde, ci rendiamo conto del fatto che, essendo uno sport, la sorte ha giocato un ruolo importante e questa volta in mio sfavore. Nonostante ciò non ci faremo abbattere dal risultato, per quanto controverso, ma coglieremo l’occasione per migliorare, per cercare di non ripetere gli errori commessi dal punto di vista sportivo. Solo dieci giorni di fermo per cinque miseri punti di sutura non basteranno a fermarci».
Bentivegna promette di tornare ad allenarsi subito, appena si sarà rimesso, «sempre con lo stesso amore e la stessa dedizione per questo sport, puntando a riconquistare ciò che ci spetta. Sto bene, mi sento carico e pronto per ricominciare l’allenamento, il mio avversario si è dimostrato di estremo valore, ma visto che il match si è concluso in maniera incompleta spero possa darmi presto una rivincita. Sì, la vorrei tanto. La decisione del medico non ci ha consentito di concludere un incontro importante come quello e non ho avuto la possibilità di dimostrare integralmente la mia preparazione».
Il pugile si esprime, poi, sui fatti verificatisi a fine serata al momento del verdetto. «Sono molto dispiaciuto – afferma – specialmente per l’aggressione nei confronti dell’arbitro che non aveva alcuna responsabilità dell’accaduto, questa, semmai, sarebbe da addebitare al medico che ha deciso di interrompere prematuramente il match. La polizia è arrivata al palazzetto solo a fatti conclusi, ma fortunatamente la situazione è stata gestita e contenuta. Né l’arbitro Ramacciotti, né altri hanno riportato alcuna lesione».