Un evento unico nel suo genere, cresciuto edizione dopo edizione, tanto da diventare la più grande gara di corsa in salita al mondo, l’unica capace di far percorrere una maratona con un dislivello di 3000 metri. Come? Partendo dalla spiaggia di Marina di Cottone, a Fiumefreddo di Sicilia, e concludendo il percorso in cima all’Etna dopo aver […]
Rischia di sparire la supermaratona dell’Etna. Organizzatori: «Stanchezza ma anche troppa burocrazia»
Un evento unico nel suo genere, cresciuto edizione dopo edizione, tanto da diventare la più grande gara di corsa in salita al mondo, l’unica capace di far percorrere una maratona con un dislivello di 3000 metri. Come? Partendo dalla spiaggia di Marina di Cottone, a Fiumefreddo di Sicilia, e concludendo il percorso in cima all’Etna dopo aver raggiunto piano Provenzana e avere imboccato il sentiero sterrato. La prossima edizione di questa manifestazione però non si terrà e quella di giugno 2024 rischia seriamente di essere stata l’ultima. A lanciare l’allarme è stata la società organizzatrice Etna Trail, associazione sportiva dilettantistica con sede a Linguaglossa, in provincia di Catania. Un post su Facebook, oltre duecento commenti densi di rammarico e un preoccupante silenzio istituzionale e politico. Non pervenuto il Parco dell’Etna. Uniche voci fuori dal coro le amministrazioni locali, da sempre vicine agli organizzatori.
«La fatica organizzativa è diventata eccessiva, ogni anno si combatte con qualcosa di diverso e difficile», racconta a MeridioNews Rosita Costanzo, componente del direttivo di Etna Trail. Cambiamenti che, tradotto, significano costi economici sempre maggiori, burocrazia quasi insormontabile e, spesso e volentieri, abile nel rendere complicato anche ciò che complicato potrebbe non esserlo. «Il nostro è un lavoro fatto da persone che operano in modo volontario. Il direttivo è composto da gente che, nella vita di tutti i giorni, lavora, ha una famiglia e si occupa dell’organizzazione di queste gare per passione e con l’idea di fare scoprire il territorio e nello specifico l’Etna», spiega Costanzo. Etna Trail infatti non organizza soltanto la Supermaratona dell’Etna da 43 chilometri. In calendario ci sono anche altre due manifestazioni adesso accomunate dallo stesso epilogo. Si tratta della Sotto il vulcano trail, gara di corsa in montagna con due percorsi da 11 o 25 chilometri con partenza e arrivo a Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina, e dell’Etna trail, competizione da 64 chilometri che viene proposta anche con delle varianti meno lunghe. Quest’ultima si è già svolta a luglio mentre la Sotto il vulcano trail si disputerà, nella sua ultima edizione, il prossimo 3 novembre.
«Ogni anno c’è un tassello in più da inserire sul fronte organizzativo – continua Costanzo – quest’anno per esempio dobbiamo fronteggiare le novità introdotte con la riforma dello sport. Scelte che non ci aiutano come piccola associazione sportiva mettendoci davanti a delle incombenze in più come, per esempio, la previsione di figure che dovrebbero essere assunte. Insomma verremmo trattati come una grossa realtà sportiva con grossi giri di denaro ma per noi non è così». Parole che ripercorrono quanto già scritto su Facebbok in un post dal titolo Fine corsa. «Come ogni bilancio che si rispetti alle partite positive si contrappongono quelle negative – si legge – Quale l’incomprensibile intreccio burocratico costituito da un sistema complesso di norme da rispettare, di autorizzazioni da richiedere ad una pluralità di enti regionali e statali, e, perché non dichiararlo, anche di balzelli da pagare laddove sarebbe stato ragionevole attendersi che in assenza di lucro e in presenza di volontariato in un contesto di promozione territoriale eco compatibile tutto venisse reso più fluido e gratuito».
«L’amministrazione locale di Linguaglossa ci ha chiesto un incontro – conclude Costanzo a MeridioNews – Loro, così come le amministrazione del passato, ci sono stati sempre vicini. Tuttavia dobbiamo dire che è difficile che cambino le condizioni, sicuramente non per il 2025. Per noi è davvero triste pensare di non essere più presenti». Parole che hanno il sapore di un boccone amaro e di una sconfitta per il territorio e non solo per lo sport e la corsa.