Tfa, dubbi su test per matematica a Catania «Qualcuno era più uguale degli altri?»

Ieri, 9 luglio 2012, in tutta Italia dalle ore 15:30 alle 18:30 si è svolto il test preselettivo per accedere al TFA, tirocinio formativo attivo, per l’insegnamento di matematica (classe 047) nelle scuole medie superiore. Il sottoscritto, con una laurea specialistica in ingegneria nel cassetto, ha partecipato alla prova che si è tenuta alla facoltà di ingegneria dell’Università degli Studi di Catania.

«Gli studenti che parteciperanno al test dovranno recarsi nell’aula di riferimento alle ore 14 con un documento di riconoscimento», recitava l’avviso ministeriale. E alle ore 14 ero lì in fila, con un documento valido, nell’attesa di entrare «nell’aula di riferimento». Aula D44 del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Catania: facce note, e meno note, attendevano il fischio d’inizio. La platea di partecipante è eterogenea: c’è la ragazza con le griffe addosso, ma anche la ragazza un po’ sudicia con l’occhiale fondo da bottiglia, il ragazzo un po’ attempato con l’età, e il neolaureato ancora sbarbatello che non ha mai partecipato ad un concorso del genere.

Alle 14:45 siamo tutti in aula. L’aria condizionata è a palla, e una ragazza chiede «cortesemente di alzare» la temperatura onde evitare «di raffreddarsi». Saremo una quarantina all’interno dell’aula D44. La commissione è composta da cinque membri, ma all’interno della D44 c’è soltanto una commissaria che dirige i lavori, insieme ad altri due dipendenti dell’università. Il presidente si trova nell’aula accanto, dove si svolgerà la medesima prova per i ragazzi nati fra il il 1974 e il 1980. E, stando alle parole della commissaria della D44, «il presidente è uno molto pignolo». Una cosa giusta, verrebbe da dire, ma alla «mia» commissaria la cosa non piace. Sarà.

Alle 15:05 la «commissaria» legge il regolamento per circa cinque minuti. Alla fine della lettura precisa: «Ma voi siete tutti rivali, non è vostro interesse copiare». Tutto vero, ma il sorrisino e l’ironia velata della commissaria mi fanno riflettere.

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[Foto di Namuit]

 

Redazione

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