Un anziano che piange accanto a un vigile del fuoco, i cittadini che riempiono buste di vestiti e lasciano le case, gruppi di sfollati che si riscaldano con un fuoco acceso in strada. E la stella di Natale adagiata sulle macerie. Guarda foto e video
Terremoto, gravi danni nel territorio di Zafferana A Fleri edifici crollati lungo via Vittorio Emanuele
Un uomo anziano piange abbracciato da un vigile del fuoco. «Sarebbe stato meglio morire che perdere la casa», dice. Una donna aspetta di scoprire se la fuga di gas dalla sua abitazione sia grave. Un 80enne è in ospedale, dopo essere stato salvato dal crollo del tetto della palazzina in cui viveva. «Gli sono caduti i mobili addosso, non è riuscito più a muoversi – racconta una cittadina – Sono intervenute diverse persone ad aiutarlo, tra le quali mio nipote». In via Vittorio Emanuele, nella frazione di Fleri di Zafferana Etnea, i danni del terremoto hanno la forma delle crepe sui muri e dei mattoni sull’asfalto. La parte sommitale della chiesa è crollata e la stella cometa è adagiata sulle macerie. Il sisma di magnitudo 4.8 è stato registrato dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 3.19 del mattino, a due chilometri di distanza dal Comune di Viagrande, in zona Lavinaio.
La scossa, fortissima, è stata avvertita in tutto il territorio della provincia di Catania, fino al Siracusano. Ma è sul versante Est dell’Etna che ha causato più danni. Oltre che a Zafferana, crolli sono stati registrati a Santa Venerina, Santa Maria La Stella (frazione di Aci Sant’Antonio), Fiandaca e Pennisi (frazioni di Acireale). Perfino nella città dell’elefante decine di cittadini si sono piazzati con le loro automobili in piazzale Sanzio, fuori dalle case che – in piena notte – hanno cominciato a tremare. Si tratta dell’ennesimo sisma dovuto al magma che alimenta l’eruzione cominciata il 24 dicembre sull’Etna. Uno sciame che conta centinaia di eventi registrati dall’Ingv nelle ultime 48 ore.
Sulla strada principale di Fleri, all’incrocio con via Bosco, la facciata di una casa terrana è inclinata in avanti, un palazzo a più piani ha una profonda crepa vicino al tetto e le sirene dei vigili del fuoco continuano a suonare. I cittadini stanno riempiendo buste di abiti e beni di prima necessità e stanno lasciando le loro case; altri sfollati – in piccoli gruppi – hanno acceso dei fuochi in mezzo alla strada e si stanno riscaldando così. Precauzionalmente, intorno alle 6 di questa mattina, è stato chiuso al traffico un tratto dell’autostrada A18 Catania-Messina. Di preciso si tratta della porzione di strada tra i caselli di Acireale e Giarre: alcune lesioni sospette si sono formate sull’asfalto dopo il sisma e l’eventuale riapertura sarà decisa dopo sopralluoghi e verifiche sulla sicurezza e la stabilità. Secondo i vulcanologi dell’Ingv, lo scenario odierno è simile a quello del 2002: terremoti dovuti ai movimenti del magma che tenta di farsi spazio verso la superficie. Ancora una volta, come 16 anni fa, a muoversi è il versante Est dell’Etna.