Terme Acireale, a bando gestito dai liquidatori Approvato emendamento del Movimento 5 stelle

Una piccola ma importante buona notizia per le terme di Acireale. L’Ars ha approvato, nell’ambito della discussione della legge di stabilità regionale, l’articolo che prevede la possibilità per i commissari liquidatori di redigere il bando per l’affidamento degli stabilimenti ai privati nell’attesa del completamento della procedura di liquidazione della società. Fino a oggi, infatti, la legge prevedeva che fosse la Regione l’unico soggetto a potersi occupare del bando. Fatto che, considerato l’usufrutto di cui gode la società Terme di Acireale spa, impediva l’uscita dallo stallo che ha causato il depauperamento del patrimonio termale.

L’approvazione è avvenuta non senza colpi di scena. Fino alle prime ore di questa mattina, infatti, il testo giunto in Aula – frutto di un emendamento della deputata del Movimento 5 stelle Angela Foti, e ampiamente condiviso in sede di commissione Bilancio – rischiava di essere nuovamente modificato, per via di due ulteriori emendamenti: il primo soppressivo a firma dei deputati del Partito democratico Alice Anselmo e Luca Sammartino, in cui si ravvisavano impedimenti di natura formale, e il secondo integrativo proposto dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei e dall’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, guidato dalla dirigente Grazia Terranova. Che prevedeva, per i commissari liquidatori, la possibilità di trattare la vendita dei beni di proprietà della società – tramite gara a evidenza pubblica – oppure di affidarne la gestione fino a termine dell’usufrutto. Un tempo – 18 dei 30 anni iniziali – eccessivamente ristretto per attirare il serio investimento di un privato.

Nell’emendamento del governo, inoltre, era stato inserito un comma in cui si dava la possibilità alla Regione di vendere i beni di proprietà fino a oggi ritenuti indisponibili. Un’ipotesi, questa, che già ieri aveva allarmato uno dei promotori del Forum delle Terme, Rosario Faraci: «La Regione vuol rendere disponibile il patrimonio indisponibile e metterlo in vendita – ha scritto il professore sul blog del forum -. Come dire, sostituire alla liquidazione la liquefazione delle sue società partecipate e, in questo caso, del termalismo siciliano».

Tali scenari, però, sono stati evitati con il governo che ha ritirato il proprio emendamento. E dopo una riunione a cui ha preso parte, tra gli altri, anche il governatore Rosario Crocetta. Che ha assicurato il proprio impegno – una riunione dovrebbe essere convocata già il 4 marzo – affinché si riprenda il dialogo con i creditori e tutti i soggetti portatori di interessi sulle terme. Nello specifico, il nodo creditori è fondamentale: tra essi, soltanto Unicredit vanta un credito di circa nove milioni su un totale di 14. Derivante dal mancato pagamento di rate di un mutuo acceso negli anni passati, servito ad acquistare due immobili ma che d’un tratto non è più stato onorato per motivi ancor’oggi inspiegabili. Il denaro per pagare le rate, infatti, era annualmente inserito nel bilancio della Regione.

Trovare un accordo con i creditori – ci sono anche il Comune di Acireale e le società che gestiscono acqua e luce – renderebbe più facile per i commissari liquidatori trovare le condizioni per rendere più appetibile per i privati l’ingresso nella gestione dello stabilimento. Sullo stato finanziario delle Terme di Acireale spa si è pronunciata di recente anche la sezione fallimentare del Tribunale di Catania, che ha dichiarato comunque solvibile l’entità dei debiti della società. A patto che si riesca a sbloccare una situazione ferma da troppo tempo.


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