A presentare i risultati di un anno di attività e le prospettive per il 2016 sono stati il sovrintendente Giambrone, il sindaco Orlando e l'assessore al Turismo Li Calzi. Per il secondo anno consecutivo il bilancio si chiude in attivo con un avanzo di amministrazione di 100mila euro. Nella compagine della Fondazione entra un nuovo socio privato, l'Amap, con 12mila euro all'anno per 3 anni
Teatro Massimo, conti in ordine e boom di visitatori Contro la crisi arriva l’abbonamento a rate
Sei parole d’ordine. Un anno di rilancio. Il Teatro Massimo di Palermo si lascia alle spalle le criticità del passato e si presenta alla città con un bilancio in attivo e con i principali indicatori in crescita. Più repliche, più spettacoli, più aperture in Sala Grande, il boom delle visite guidate e il consolidamento della rete di rapporti internazionali. A presentare i risultati raggiunti e le prospettive per il 2016 sono stati oggi, durante una conferenza stampa sul palcoscenico del teatro, il sovrintendente Francesco Giambrone, il sindaco Leoluca Orlando, e l’assessore regionale al Turismo, Cleo Li Calzi. «Il Teatro Massimo è un teatro che risana, rilancia e produce – ha detto il primo cittadino -, a conferma che anche in tempi di crisi la buona gestione produce risultati».
A conferma ci sono i numeri. Con l’approvazione, venerdì pomeriggio, del bilancio consuntivo del 2014, che si chiude con un avanzo di 100mila euro e l’ingresso di un nuovo socio privato nella compagine della Fondazione. Si tratta dell’Amap, che entra con 12mila euro annui per i prossimi tre anni, seguendo l’esempio di Sispi. Segno più anche sul fronte delle aperture di sipario in Sala Grande, passate dalle 115 del 2013 alle 145 previste nel 2016 (+26 per cento), mentre la produzione totale, compresa l’attività nelle altre sale, è stata di 137 nel 2013 a fronte di 243 del 2016 (+76 per cento). I dati dei primi cinque mesi del 2015 consegnano anche una sensibile crescita del numero degli spettatori. «La percentuale di occupazione media della Sala Grande è stata del 73,4 per cento, a fronte del 61,3 del 2013, +20 per cento – ha spiegato Giambrone – , mentre continua il boom delle visite guidate: oltre 26 mila e 500 nei primi cinque mesi del 2015. Abbiamo praticamente raddoppiato rispetto al 2014». Un incremento che si traduce in maggiori incassi: 250mila, una cifra, che, ha spiegato il sovrintendente, permette di sostenere i costi di produzione di un’opera.
Così messi alle spalle gli oltre 3 milioni di passivo del 2012 e chiusi in attivo i bilanci del 2013 e del 2014, è possibile guardare con ottimismo al 2015. «Questo – ha spiegato ancora Giambrone – ci permetterà di attingere alla quota del Fus messo a disposizione delle fondazioni virtuose che chiudono per tre anni i bilanci con un risultato positivo». A giorni intanto si attende il via libera del ministero dell’Economia e delle Finanze al piano di risanamento, che darà al Teatro l’opportunità di ottenere un prestito di 8 milioni di euro a tasso agevolato: soldi che consentiranno di abbattere il costo dei mutui contratti nel 2005 con la Banca popolare siciliana, allora Banca di Lodi. Il mutuo, che ammontava a 20 milioni di euro, si è ridotto adesso a 14 e il prestito da 8 milioni di euro lo ridurrà a 6.
«Il risultato del bilancio ottenuto negli ultimi due anni e che puntiamo a raggiungere per il terzo consecutivo nel 2015 – ha spiegato Giambrone – è stato possibile grazie a un rigoroso controllo dei costi». A partire da quelli del personale. «Siamo intervenuti senza effettuare licenziamenti grazie alla collaborazione dei sindacati – ha spiegato -. La spesa per il personale resta la voce maggiore in bilancio nei teatri di tutto il mondo, perché è proprio il personale a fare un teatro». La contrazione è stata possibile grazie l’eliminazione o abbassamento di alcune indennità, l’esodo incentivato di 24 unità e sulla stessa linea si muove «l’accordo integrativo in via di definizione» assicura.
«Oggi possiamo dire – ha aggiunto Giambrone – di avere i conti in ordine e sotto controllo. Ma questa è la precondizione per la fase di rilancio, già ampiamente avviata». E per farlo il management ha avviato una nuova politica dei prezzi. L’obiettivo è riempire il teatro, non farne luogo di élite, ma spazio aperto a tutti. Si muove in questa direzione l’abbattimento del costo medio dell’abbonamento per una percentuale che oscilla dal 10 al 19 per cento e la possibilità di pagarlo a rate, comprandolo anche telefonicamente e ricevendolo direttamente a casa propria. Infine, l’innovazione. «Innovazione nel pubblico, nei programmi, nel rapporto con la città, ma anche nei linguaggi della scena. Oggi il Massimo è un Teatro – ha concluso il sovrintendente Giambrone – che non ha paura di sperimentare e di mettersi in gioco».
«Il Teatro Massimo presenta oggi un risultato eccezionale, non semplice e frutto di sacrifici – ha detto l’assessore Li Calzi -. L’abbattimento della spesa dovrà compiere ulteriori passi in avanti per porre rimedio ad anni di sprechi e mala gestione. L’attività di risanamento e rilancio è in sintonia con gli obiettivi della riforma dei teatri pubblici della Sicilia. Ampliare l’offerta artistica, puntando su qualità della produzione ed efficienza gestionale, è la via per risanare e rilanciare istituzioni culturali di vertice come il Teatro Massimo, prestigiose e fondamentali per la Sicilia non solo dal punto di vista culturale, ma anche per consolidare un’offerta turistica integrata destagionalizzata».