Taormina, il biglietto si paga solo a monete Un cittadino: «Sono siciliano e mi vergogno»

«Never back to Sicily». Mai più in Sicilia. È il monito di diversi turisti che sabato si sono ritrovati in fila al Teatro greco di Taormina senza poter pagare il biglietto di ingresso. Il motivo del mancato accesso veniva spiegato in siciliano, sotto un caldo sole delle due del pomeriggio, da un’addetta alla biglietteria: «Non aju soddi ppi dari u restu». Niente spicci per pagare il resto a chi aveva una banconota al posto degli otto euro del ticket. Ad assistere alla scena c’era anche un catanese, Silvano Paxia, che racconta a CTzen: «Nel mondo si fa a gara per accaparrarsi i turisti e noi rispondiamo così? Mi sono vergognato con i miei ospiti».

«Sabato mattina pensavo di far fare un bel giro a Tormina ai miei amici dalla Malesia – continua – Arriviamo al botteghino del Teatro greco che saranno state le 14, quindi le casse avevano avuto tutta la mattina per incassare e avere i soldi da dare in cambio per il resto». Soprattutto in uno dei beni archeologici più importanti della Sicilia, che conta circa 600mila visitatori all’anno. «Mentre sono in fila vedo che la signora alla cassa dice ai turisti, in siciliano e con un modo rude, “Non n’aju soddi“. Arrivato il mio turno, le faccio presente che mi sembra ridicolo, considerato soprattutto che sono in due alla cassa e almeno altrettanti pronti a staccare i biglietti. Avrebbero potuto anche andare a cambiare i soldi al bar», continua Paxia.

Ma l’addetta del Teatro risponde sempre allo stesso modo: «Se vuole, qui c’è un numero per lamentarsi». «Una risposta talmente asciutta che mi fa pensare sia una questione di routine per loro», commenta Paxia. Intorno a lui c’è chi tenta di cambiare i soldi al vicino chioschetto e chi invece si allontana promettendo di non tornare più in terra sicula. Paxia, imbarazzato, tenta almeno di pagare l’ingresso per i suoi due ospiti: «Avevo una banconota da 20 euro e dovevo pagarne 16, un dramma». «Volevo chiamare i carabinieri perché in tutto il mondo una cosa simile non mi è mai successa. Ma avevo anche due bambini che aspettavano sotto il sole. Allora ho fatto finta di niente con i miei ospiti, che intanto non capivano perché avessi alzato la voce alla cassa».

Una scena affatto rara al botteghino del Teatro greco, gestito da Regione Siciliana e Comune di Taormina, finito nei primi giorni di maggio tra i servizi della trasmissione Striscia la notizia per un blitz della corrispondente dalla Sicilia Stefania Petyx. Le telecamere hanno documentato non solo l’incuria in cui versa il bene, ma soprattutto l’assenza di brochure turistiche o guide autorizzate per accompagnare i visitatori, a fronte di un biglietto di otto euro. Tra la rabbia di stranieri e non solo. «A chi mi chiedeva cosa stesse succedendo, io ho risposto solo in un modo – conclude Silvano Paxia – Sono siciliano e mi vergogno».


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Al Teatro greco nel Messinese è possibile pagare il ticket d'ingresso di otto euro solo se non si ha bisogno di resto. In caso contrario, un'addetta alla cassa risponde in siciliano: «Non aju soddi». È successo a Silvano Paxia, catanese in fila per accompagnare degli ospiti dalla Malesia, che commenta: «Nel mondo si fa a gara per accaparrarsi i turisti e noi rispondiamo così?»

Al Teatro greco nel Messinese è possibile pagare il ticket d'ingresso di otto euro solo se non si ha bisogno di resto. In caso contrario, un'addetta alla cassa risponde in siciliano: «Non aju soddi». È successo a Silvano Paxia, catanese in fila per accompagnare degli ospiti dalla Malesia, che commenta: «Nel mondo si fa a gara per accaparrarsi i turisti e noi rispondiamo così?»

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