Dopo gli arresti, il sequestro dei conti correnti. Nuovo provvedimento del tribunale di Catania nei confronti dei sei funzionari Anas che hanno ammesso di avere preso tangenti da una lunga serie di imprenditori. I finanzieri del comando provinciale hanno bloccato beni del valore delle mazzette finite sotto la lente d’ingrandimento dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria. In totale la somma congelata si aggira intorno ai 300mila euro.
La cifra maggiore è stata sequestrata a Giuseppe Romano, l’ingegnere responsabile della manutenzione nell’area tecnica del centro direzionale etneo di Anas. Al 49enne, che è stato il primo funzionario ad ammettere la corruzione e collaborare con gli inquirenti facendo i nomi degli altri colleghi coinvolti nella tangentopoli delle strade, sono stati congelati circa centomila euro, tra conti bancari e parte di un immobile.
Nei confronti di Riccardo Contino e Carmelo Panzica – gli altri due funzionari arrestati nel primo blitz Buche d’oro – il giudice per le indagini preliminari Giancarlo Cascino ha ordinato rispettivamente il sequestro di 74mila e 50mila euro. A Giorgio Gugliotta, coinvolto nella terza tornata di arresti, le Fiamme gialle hanno posto i sigilli su un’automobile del valore di 26mila euro. Ammonta invece a 16mila euro il sequestro per l’ingegnere Antonino Urso e per il geometra Gaetano Trovato.
L’inchiesta ha fatto luce sulla gestione dei lavori appaltati in mezza Sicilia. La corruzione, secondo la ricostruzione della procura, si sarebbe concretizzata nella fase di esecuzione dei contratti. Gli imprenditori avrebbero pagato i funzionari così da potersi permettere di non rispettare i capitolati d’appalto. Tra le scoperte fatte dai finanzieri ci sono diversi casi di rifacimento della pavimentazione senza adeguata scarificazione, risparmi illeciti nella manutenzione del verde lungo le autostrade e perfino la sostituzione simulata dei guard rail.
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