Era tutto pronto. O quasi. È stato un difetto di notifica a fare saltare l’incidente probatorio della 13enne, vittima dello stupro di gruppo alla villa Bellini di Catania ,e del fidanzatino 17enne. Un’audizione protetta, che era stata fissata per la mattinata di ieri in un’aula al terzo piano del tribunale dei minorenni, durante la quale i due avrebbero dovuto ricostruire ciò che è accaduto nel tardo pomeriggio del 30 gennaio nei bagni del più importante giardino pubblico della città. Dopo circa tre ore di attesa in isolamento – ognuno in una stanza diversa con i vetri oscurati – la notizia che per quel racconto ci vorrà adesso ancora un mese. Intanto, però, è stata accolta la richiesta di valutare meglio la capacità di testimoniare di entrambi i minorenni vittime. In particolare quella del ragazzo: per lui, infatti, è stata disposta una perizia per accertare le sue condizioni psico-fisiche prima e dopo il trauma subito.
Immobilizzato dietro la porta del bagno, dove la sua fidanzatina sarebbe stata violentata a turno da due ragazzi egiziani del gruppo, il 17enne sarebbe stato anche minacciato di morte e aggredito con calci, morsi e spintoni. Un episodio traumatico di cui bisognerà valutare l’impatto per entrambi. Per il ragazzo – assistito dall’avvocata Eleonora Baratta – dato che, in passato, sarebbe già stato vittima di bullismo, si tratterà di valutazioni più approfondite. Le operazioni peritali, già fissate per ieri pomeriggio, proseguiranno dopodomani dopo un’udienza per consentire di regolare il contraddittorio all’ultimo difensore degli indagati, nominato in sostituzione di un avvocato d’ufficio. Per l’incidente probatorio, invece, si dovrà aspettare la fine del mese di aprile. Un allungamento dei tempi dovuto proprio al difetto di notifica. Tutti gli indagati ieri erano presenti accompagnati dai loro avvocati difensori. Per l’audizione protetta, inoltre, erano stati convocati anche una neuropsichiatra infantile, una psicologa e un interprete.
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