La protesta, partita da piazza Roma, si è conclusa in piazza Università. Cori contro il ministro Matteo Salvini e il progetto Scuole sicure. «Ci sentiremo tranquilli soltanto sapendo che un tetto non ci crollerà in testa», spiega un partecipante. Guarda il video
Studenti in corteo contro i tagli: «Governo bocciato» Versato latte in strade per solidarizzare con i pastori
Centinaia di studenti sono scesi in strada a Catania. Uniti per protestare, come avvenuto in altre 50 città italiane, contro «i tagli alla scuola e gli investimenti voluti per telecamere e cani antidroga». Il corteo partito da piazza Roma si è concluso nella tarda mattinata in piazza Università, dopo avere attraversato via Etnea. Ad aprirlo uno striscione rosso in cui, senza giri di parole, viene «bocciato il governo». Reo, secondo i partecipanti, di volere controllare gli studenti con gli occhi elettronici ma dimenticando di mettere sul tavolo la questione sicurezza degli edifici.
«Ci sentiamo sicuri soltanto sapendo che un tetto non ci crollerà in testa», spiega Fabrizio Russo, del liceo Turrisi Colonna. I rimandi sono tutti al piano del Viminale contro lo spaccio negli istituti, presentato proprio dal ministro dell’Interno Matteo Salvini lo scorso settembre. Si tratta di un investimento di 2,5 milioni di euro per incrementare i controlli, assumere agenti della polizia locale a tempo determinato, coprire i costi degli straordinari, realizzare campagne informative o installare impianti di videosorveglianza. Lungo il serpentone sono tanti i cartelli contro il governo. I più bersagliati, oltre a Salvini, sono il ministro del Lavoro Luigi Di Maio e quello della Pubblica istruzione Marco Bussetti.
«Il cambiamento annunciato da questo governo è un’enorme presa in giro – continua lo studente – Sulla scuola la manovra gialloverde prevede quattro miliardi di tagli e la nuova maturità è la stessa voluta dal Partito democratico». Tra i manifestanti ci sono anche tanti cartelli di solidarietà ai pastori di Sardegna e Sicilia. Uniti nelle ultime settimane contro il prezzo di vendita del latte. Secondo Coldiretti sono 12mila gli allevamenti a rischio chiusura in Italia, con il 40 per cento delle pecore che vengono allevate in Sardegna. «Nei loro confronti esprimiamo una solidarietà ampia. Loro sono una componente sociale che viene sfruttata dalle politiche nazionali. Producono il latte ma vengono pagati meno del costo di produzione», spiega Luciano Palmeri, del liceo scientifico Boggio Lera. Arrivati all’altezza di piazza Stesicoro il latte finisce sul basolato lavico di via Etnea. Due grossi fusti di liquido bianco vengono svuotati tra gli applausi dei partecipanti rimandando alle scene già viste nelle scorse settimane in diverse parti d’Italia.