Si sono ricompattati, riorganizzati e li trovi online in tempi record: sono i pirati dello streaming illegale. Gli affari nel mondo della pirateria audiovisiva non sembrano conoscere battute d’arresto. Nemmeno dopo l’ultima operazione della polizia postale di Catania, ribattezzata Gotha 2. Le otto persone finite agli arresti domiciliari sono ritenute «il vertice del mercato italiano […]
I pirati dello streaming non si sono mai fermati: «Utenti a rischio? La polizia racconta favole»
Si sono ricompattati, riorganizzati e li trovi online in tempi record: sono i pirati dello streaming illegale. Gli affari nel mondo della pirateria audiovisiva non sembrano conoscere battute d’arresto. Nemmeno dopo l’ultima operazione della polizia postale di Catania, ribattezzata Gotha 2. Le otto persone finite agli arresti domiciliari sono ritenute «il vertice del mercato italiano dello streaming» che permetteva di guardare – con pochi euro al mese – le principali piattaforme a pagamento per film ed eventi sportivi, come Netflix, Dazn, Sky e Amazon Prime. Uno dei sistemi più utilizzati per scambiarsi informazioni, offerte e gestire gli abbonamenti degli utenti continua a essere Telegram. Tecnicamente si tratta di un’app di messaggistica istantanea, ma è spesso utilizzato per creare gruppi riservati con i quali condividere informazioni con un pubblico numeroso. C’è poi la possibilità di avere un alto tasso di anonimato per quanto riguarda le chat. Aspetti che si sposano alla perfezione con chi gestisce gli abbonamenti pirata.
I gruppi Telegram per lo streaming illegale
Il nostro giornale ha provato a fare delle verifiche sull’esistenza di questi gruppi, dopo l’operazione delle forze dell’ordine. Ed effettivamente basta scrivere le parole chiave più comuni nella stringa di ricerca di Telegram per continuare a trovare i gruppi italiani dello streaming illegale. Anche se bisogna sottolineare come molti siano stati abbandonati dai gestori. Uno dei più diffusi, per esempio, era Partite Seria A Gratis, con quasi 30mila utenti iscritti. Qui gli ultimi aggiornamenti risalgono a maggio. Stesso periodo in cui hanno smesso di proporre gli appuntamenti sportivi in streaming sul gruppo StreamBall Calcio in diretta. In quest’ultimo canale, se si prova a interagire con il bot automatico, compare il messaggio «non disponibile a causa delle violazioni di copyright».
Tra i gruppi attivi si trova un generico Dazn, con l’emoticon di un pallone da calcio e il simbolo della Lega Serie A. Cliccando, c’è la possibilità di entrare in un secondo gruppo privato dal nome DAZN Calcio club – il club dei veri tifosi, oppure avviare una chat diretta con un profilo anonimo che rimanda sempre al nome della piattaforma sportiva di streaming. L’utente ha subito a disposizione l’offerta illegale che prevede l’istallazione di una app su dispositivi Android e un listino prezzi abbastanza variegato. C’è la possibilità di abbonarsi per un mese a 10 euro, per tre mesi a 25 euro, sei mesi a 45 euro, oppure per dodici mesi a 85 euro. Per il pagamento ci sono due opzioni: niente criptovalute ma PayPall o bonifico istantaneo. Alla nostra richiesta di informazioni sulla sicurezza di questa offerta e sui rischi di ritrovarsi un controllo da parte delle forze dell’ordine, otteniamo questa risposta: «Belle favole raccontano». Tuttavia, in base alla legge anti-pirateria chi in Italia usufruisce di questi servizi rischia multe da 154 a 5000 euro.
L’alias Bonolis e le offerte

Continuando le nostre ricerche su Telegram, ci imbattiamo anche con un utente che si chiama Bonolis e ha come foto profilo quella del noto conduttore televisivo. L’utilizzo di questo genere di nomi non è una novità. Già in passato, in un altro approfondimento del nostro giornale, avevamo scambiato dei messaggi con il profilo Lino Banfi. L’offerta dell’alias Bonolis non prevede solo il calcio di Dazn ma anche tante altre piattaforme come Netflix e Disney Plus. I prezzi restano allettanti rispetto al mercato legale: tre mesi a 30 euro, sei mesi a 50 e dodici mesi a 90 euro. In questo caso, il pagamento consigliato è quello in cryptovalute. Se si vogliono aggiunge più dispositivi allo stesso abbonamento illegale, bisogna conteggiare 5 euro al mese per due dispositivi e 10 euro per tre.
Bonolis ha solo una richiesta: quella di sapere il modello della televisione in cui installare la piattaforma illegale. Indicata una marca generica, ci viene inviato un messaggio con una guida – passo passo – su come procedere con la firestick di Amazon. Ossia la chiavetta che permette di accedere allo streaming nelle vecchie tv, ma che può essere utilizzata anche su quelle smart di ultima generazione. Nella guida vengono indicati tutti i passaggi, compreso un codice da inserire per istallare l’app pirata. Pagato l’abbonamento, l’utente otterrà un nome utente e una password e il gioco è fatto. La lotta allo streaming illegale non è terminata.