«Dottoressa, cosa è l’educazione emozionale di cui parla?», chiede uno spettatore. «Le faccio un esempio pratico: chieda ai suoi figli se i loro rapporti occasionali sono stati soddisfacenti, se hanno provato qualcosa o è stata solo ginnastica», risponde Valeria Randone, psicologa e sessuologa catanese, autrice del libro Sex and the Sicily. Presentato martedì 29 gennaio alla libreria Feltrinelli di Catania, il lavoro parte dalla collaborazione con la rivista I Love Sicilia, dove Randone tiene una rubrica. Una Sicilia ancora poco matura ad affrontare in maniera sana il sesso, «piena di retaggi del passato». Parole rese subito chiare da quanto accade in sala: quando lo spettatore risponde malamente al consiglio, per lui imbarazzante, della professionista, un uomo si alza apostrofandolo con un «deficiente» e minacciandolo di venire alle mani pur di difendere l’onorabilità dell’autrice.
«C’è stato un picco adrenalinico», commenta l’autrice. Che parlando del suo libro, scritto sulle orme di Carrie, la protagonista della quasi omonima serie televisiva Usa Sex and the city, tiene a specificare che si tratta di «narrativa, ma arricchita di nozioni scientifiche». Accompagnata dalle domande del pubblico e della giornalista Roberta Impallomeni, la presentazione ha affrontato il tema del tradimento. Ma anche della corretta «prevenzione, per mantenere nei rapporti un equilibrio tra cuore, corpo e cervello». Perché, come per qualunque campo medico, anche il campo sessuale e affettivo ha bisogno di regole e «manutenzione, come per un auto». Coppie siciliane sempre più spesso vittime del tradimento, maschile come femminile, vissuto come «un terzo membro della coppia con cui convivere. Ma non si può lasciare la noia in casa, e l’amore altrove». La soluzione? «I programmi scolastici che mancano. Fin da adolescenti, più che la cosiddetta educazione sessuale che spiega come utilizzare un preservativo bisogna far capire ai giovani come ascoltarsi». Gli antichi retaggi siciliani e cattolici, afferma la sessuologa, sono fatti solo di sesso per procreare, una situazione che porta spesso molti a vivere «da separati in casa, vivendo la propria sessualità con un amante, paradossalmente vero collante di un matrimonio».
Esempi, tratti dall’esperienza «professionale e umana» di Valeria Randone sono i brani letti da Tiziana Giletto. Storie di donne e uomini vittime di sensi di colpa e compromessi. Come quella di una donna palermitana che scopre le pillole di Viagra del marito dentro la scatola delle aspirine. O quella di Giovanna che vive come una ossessione crescente le continue telefonate del marito all’amante. Tradimento fisico da un lato, e mentale dall’altro, con «uomini che fanno dipendere l’autostima dalle erezioni valide e da quanti rapporti hanno in una settimana», e per i quali il Viagra, come le continue telefonate, hanno il valore di «antidepressivo, ricostituente per l’anima».
Un libro che parla di persone troppo abituate «a credere che il proprio benessere dipenda dalla presenza del partner» e che dimenticano che, dopo tanto tempo, bisogna ritornare a quei momenti che il rapporto l’hanno costruito, «ripercorrere le fasi dell’innamoramento, che hanno una biochimica con tempi prestabiliti», spiega la psicologa. Che torna sul paragone con l’auto, invitando tutti a «fare tagliandi periodici per la coppia: se questa esiste è solo perché due persone si scelgono, in maniera esclusiva», conclude.
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