Un welfare criminale fatto di stipendi mensili fino a 2.500 euro per mantenere vivo il patto di fedeltà con chi è in carcere. È uno degli aspetti che emergono dall’ultimo sviluppo dell’operazione antimafia Naumachia, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Catania su delega della direzione distrettuale antimafia. Quattro nuove misure cautelari sono state eseguite […]
Blitz Naumachia, nuove misure cautelari. Il caso degli stipendi alle mogli dei fratelli Nizza
Un welfare criminale fatto di stipendi mensili fino a 2.500 euro per mantenere vivo il patto di fedeltà con chi è in carcere. È uno degli aspetti che emergono dall’ultimo sviluppo dell’operazione antimafia Naumachia, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Catania su delega della direzione distrettuale antimafia. Quattro nuove misure cautelari sono state eseguite nelle scorse ore: due arresti domiciliari, un obbligo di dimora e un obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Destinatari del provvedimento – firmato dal gip del tribunale etneo – sono soggetti ritenuti vicini alla cosca Nizza, storica diramazione catanese della famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano.
Al centro delle contestazioni odierne ci sono Ivana Maugeri e Francesca Mirabella, mogli rispettivamente di Salvatore e Daniele Nizza, esponenti di vertice del clan. Le due avrebbero percepito mensilmente somme consistenti di denaro ritenute di provenienza illecita. Per Maugeri è scattato l’obbligo di dimora con rientro notturno, per Mirabella la presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Ma l’inchiesta torna a toccare anche i canali del traffico di droga. Agli arresti domiciliari, con controllo elettronico, è finito Giovanni Miceli, accusato di aver preso parte al rifornimento di stupefacenti per conto del clan. Stessa misura per Orazio Vinciguerra. L’operazione aveva già portato, lo scorso 10 luglio, all’arresto di 38 persone.