Spartacus/Ciapi di Priolo: è scandalo, firme false e rendicontazioni fasulle. E adesso che farà il Governo regionale?

EMEREGEREBBERO LATI OSCURI NELLA GESTIONE DI SPARTACUS E DEI CORSI FORMATIVI DA PARTE DELL’ENTE STRUMENTALE DI PROPRIETA’ DELLA REGIONE SICILIANA. INDAGINE IN CORSO A PALERMO SU DENUNCIA DI UN LAVORATORE

Si allarga lo scandalo nella Formazione professionale. A tremare questa volta è l’Amministrazione regionale? Intanto le cronache raccontano che a finire sotto inchiesta è l’ente di formazione di proprietà della Regione siciliana: il Ciapi di Priolo.

Dall’indagine condotta dalla Guardia di Finanza sarebbero emerse ‘pressioni’ dell’ente formativo di proprietà regionale per estorcere firme false ai dipendenti della sede di Palermo che non avrebbero prestato alcun lavoro nel progetto Spartacus .

Non è tutto. Da indiscrezioni raccolte, parrebbe che qualche stranezza sia avvenuta anche in sede di avvio dei progetti formativi a Priolo. Sembrerebbe che, non molto tempo fa, un funzionario della sede di Priolo si sia presentato presso l’ufficio competente di Siracusa per la vidimazione dei registri di classe ai fini dell’inizio dell’attività corsuale.

La stranezza starebbe nel fatto che agli uffici il funzionario del Ciapi avrebbe presentato solamente i registri di classe privi, a quanto pare, del corredo di documentazione, così come previsto dal Vademecum per il Fondo sociale europeo (Fse). Registri che pare contenessero altre stranezze.

Ovviamente elementi che vanno suffragati da specifici approfondimenti da parte delle autorità competenti. Quel che lascia sgomenti però sarebbe un’altra la notizia, raccolta dalle citate indiscrezioni. Pare che, di fronte al diniego del funzionario dell’ufficio preposto all’autorizzazione all’avvio dei corsi formativi, sarebbe giunta una telefonata, dai ‘piani alti’ del dipartimento Lavoro della Regione siciliana, che avrebbe ‘risolto ogni cosa’.

Difatti i registri sarebbero stati rapidamente vidimanti e restituiti in attesa di incamerare successivamente la relativa documentazione di rito Ripetiamo, indiscrezione che dovrebbe essere vagliata prima di giungere a qualunque possibile conclusione, anche se qualcosa pare sia successa.

Ma torniamo al fatto di cronaca accaduto a Palermo, che avrebbe visto coinvolti i lavoratori del Ciapi di Palermo.

Tutto ha inizio con un esposto presentato alla Procura della Repubblica da un lavoratore della sede del Ciapi di Palermo che, a chiare lettere, ha denunciato il tentativo di un rappresentante dell’ente strumentale della Regione siciliana di indurlo a firmare il registro delle presenze relativo ad un periodo di attività che il lavoratore però non ha mai svolto.

Il progetto in questione è Spartacus che, ricordiamo, è stato messo su dal Governo del presidente Rosario Crocetta per chiudere l’esperienza degli sportelli multifunzionali, la cui commessa agli enti gestori era cessata il 30 settembre 2013. Una maniera per scrollarsi di dosso il peso degli enti, definiti clientelari e affaristi dal governatore siciliano.

Un progetto finanziato con 36 milioni di euro per sei mesi, utilizzando risorse comunitarie per garantire retribuzioni ed occupazione ai mille 754 ex sportellisti, rimasti privi di lavoro a seguito della decisione ‘politica’ dell’esecutivo regionale di smantellare la rete degli Sportelli multifunzionali in Sicilia e azzerare la presenza degli enti formativi.

Come riportato dal quotidiano “La Repubblica.it”, nell’esposto il lavoratore chiarisce, senza fronzoli, che le firme a trentasette lavoratori sarebbero state estorte ‘con discorso risoluto e a tratti intimidatorio’ e dietro la minaccia di ritorsioni e cioè di non ricevere lo stipendio.

Riportiamo un tratto della ricostruzione fatta dal citato quotidiano.

“Il 9 maggio i lavoratori hanno ricevuto la visita di un funzionario del Ciapi di Priolo, braccio destro della direttrice, che presenta ai dipendenti un ‘diario di bordo’ del progetto Spartacus per un totale di 936 ore di lavoro, da compilare e firmare insieme con dei ‘prospetti di presenza’ già precostituiti e le prime tre mensilità di stipendio. Ma a firmare sono solo in quattro. Il resto si rifiuta. Tanto che il funzionario è costretto a tornare a Siracusa a mani quasi vuote. Quattro giorni dopo, il 13 maggio, il direttore si reca personalmente a Palermo. Incassando stavolta la firma di tutti, tranne quella di cinque lavoratori. Un escamotage che avrebbe consentito all’ente di rendicontare circa 400 mila euro dei 36 milioni a disposizione”.

La versione del lavoratori sarebbe in parte confermata, come si legge su ‘La Repubblica.it’ da Fabio Damiani, il commissario liquidatore del Ciapi di Palermo. L’interessato confermerebbe che i lavoratori in questione non avrebbero lavorato un solo giorno al progetto Spartacus avendo prestato attività a supporto del suo ufficio e quindi nelle attività di liquidazione.

Non ci sta il direttore del Ciapi di Priolo, Luciana Rallo, che si sarebbe affrettata a fa sapere che i dipendenti avrebbero firmato solamente per le effettive ore di lavoro svolte nel rispetto delle lettere di attribuzione dell’incarico, pur avendo ammesso, però, di essersi dovuta recare a Palermo per incontrare i ‘ribelli’ che si erano rifiutati di firmare il cosiddetto ‘diario di bordo’.

Una brutta storia che pone serissimi interrogativi sulla scelta politica del Governo Crocetta di trasferire tutta l’attività dei Servizi Formativi, parte dell’attività degli Interventi formativi e, in prospettiva, il resto dell’offerta formativa regionale.

Un progetto che molti osservatori definiscono un po’ folle, che avrebbe, prima o poi, fatto deflagrare un ente formativo come il Ciapi di Priolo, nato per gestire – peraltro bene nel passato – progetti specifici e di piccole dimensioni. Come si può pensare che una ventina di dipendenti possano gestire, tutto d’un tratto, non più progetti per quattro milioni di euro, ma per centinaia di milioni di euro ed una platea di tre o quattro mila lavoratori?

Il tema è attualissimo e mette a serio rischio la trattativa in corso tra Governo e sindacati per il ricollocamento di mille e 754 operatori degli ex Sportelli multifunzionali, in predicato di tornare al Ciapi di Priolo dopo l’esperienza Spartacus, terminata lo scorso 22 aprile.

Un progetto un po’ barocco’, quello del presidente Crocetta, che rischia di far chiudere l’unico ente formativo di proprietà regionale rimasto in piedi dopo la valanga di arresti che hanno toccato la sede Ciapi di Palermo con l’inchiesta Giacchetto/Riggio.

Giuseppe Messina

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