Nel 2011 i biancazzurri erano dovuti già ripartire dalla Terza categoria. Stavolta però a sparire dovrebbe essere anche il titolo sportivo. Un piccolo barlume di speranze è legato a una richiesta eccezionale alla Lega Dilettanti, ma mancano gli acquirenti
Sparisce il Gela Calcio, è il terzo fallimento in 13 anni I fratelli Mendola rinunciano al ricorso contro Covisod
Per il Gela Calcio è game over. I biancazzurri non parteciperanno al prossimo campionato di Serie D. La società guidata dai fratelli Mendola ha rinunciato a presentare il ricorso contro l’esclusione della Covisod, sancendo di fatto la sparizione dal panorama dilettantistico.
Un clamoroso passo indietro che cancella, con un colpo di spugna, la storia del blasone gelese e getta nello sconforto tifosi e addetti ai lavori, che vedono materializzarsi ancora una volta l’incubo vissuto nel 2011, quando la squadra allora guidata dal compianto Angelo Tuccio, il presidente per eccellenza, non si iscrisse al campionato di Lega Pro, perdendo la C1 e ripartendo dai campi polverosi della Terza categoria. Nel 2011 però quella caduta rappresentò il primo passo per la rinascita dei biancazzurri che, con una poderosa cavalcata, si aggiudicarono consecutivamente i campionati di Terza, Seconda, Prima Categoria, Promozione ed Eccellenza, arrivando fino alla serie D dove, tra alti e bassi, hanno giocato per tre anni.
Oggi invece il triste epilogo, con la dirigenza Mendola che getta la spugna dopo un’annata a dir poco travagliata, segnata soprattutto dalla chiusura forzata dello stadio Vincenzo Presti, che ha costretto la squadra a giocare gran parte del campionato fuori dalle mura amiche, con la conseguente perdita di quasi tutti gli sponsor di inizio stagione.
Per il Gela Calcio è il terzo fallimento in 13 anni, e proprio quest’ultimo sembra quello definitivo, considerato che all’orizzonte non sembra esserci nessuno pronto a prendere in mano le sorti della squadra. Una morte pressoché annunciata, maturata negli anni successivi all’uscita di scena di Tuccio, che lasciò la squadra solo dopo averla riportata nel calcio professionistico, priva di debiti e pendenze.
Poi l’era Mendola, caratterizzata da un grande impegno, fatto di passione e di notevoli investimenti economici, ma anche di un rapporto difficile con le amministrazioni comunali che si sono susseguite e con la tifoseria. L’improvvisa chiusura dello stadio è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ha aumentato i costi e azzerato gli incassi. Adesso il triste epilogo con il Gela che perde anche il titolo sportivo, il pedigree di una società che adesso scompare dai radar del calcio.
Sono lontani i tempi di Gela-Napoli, delle partite a suon di gol contro il Foggia di Zeman o dei derby contro l’Acireale. Il Gela non sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato. Anche se rimane un unico barlume di speranza per ripartire: chiedere alla Lega Dilettanti di iscriversi in sovrannumero in Eccellenza. Il sindaco Lucio Greco dovrà chiederlo al presidente Lo Presti e in una settimana scegliere la nuova proprietà e presentare iscrizione e domanda di affiliazione in Figc.
Se questa opzione dovesse concretizzarsi, la nuova società (che comunque non potrà più chiamarsi Gela Calcio) potrebbe ripartire dal campionato di Eccellenza. Ma servono imprenditori pronti a caricarsi questa responsabilità. Nel frattempo i tifosi piangono una morte annunciata, con la flebile speranza di poter tornare il prima possibile ad urlare «Forza Gela» dagli spalti del “Presti”.