Il cantante è coinvolto nell'inchiesta, del 2017, sugli affari nella droga da parte di un gruppo ritenuto vicino al clan Cappello. L'artista è il nipote del capomafia ergastolano Turi Cappello e recentemente aveva partecipato alla trasmissione tv Realiti
Spaccio droga, condannato neomelodico Niko Pandetta Vendeva cocaina a domicilio con prenotazioni via sms
Colpevole e per questo motivo condannato a sei anni e otto mesi con 30mila euro di multa. Questo il verdetto del giudice monocratico del tribunale di Catania nei confronti del cantante neomelodico Vincenzo Niko Pandetta, nell’ambito del processo di primo grado, con rito abbreviato, scaturito dall‘operazione antidroga Double track. Il responso è arrivato nella tarda mattinata di oggi a margine dell’udienza che si è celebrata all’interno dell’aula bunker numero tre di Bicocca. Tra gli imputati il più noto è sicuramente Pandetta, nipote del capomafia ergastolano Turi Cappello. Un passato da galeotto e un presente da cantante neomelodico, capace di collezionare milioni di visualizzazioni su Youtube ma anche di finire spesso sotto i riflettori dell’autorità giudiziaria.
L’accusa per Pandetta era quella di detenzione e spaccio di sostante stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana. Sostanze che, stando alla ricostruzione degli investigatori, avrebbe smerciato quando si trovava agli arresti domiciliari in via Plebiscito. Gli acquirenti avrebbero raggiunto direttamente l’abitazione e le prenotazioni sarebbero state effettuate anche tramite sms. La polvere bianca venduta da Pandetta sarebbe stata di ottima qualità tanto che i magistrati definirono il luogo in cui si trovava agli arresti domiciliari «una tappa obbligatoria all’uscita di locali e ristoranti». «Si tratta di fatti risalenti nel tempo al 2015 e comunque emerse solo da intercettazioni senza alcun riscontro che abbiamo vibratamente contestato – commenta a MeridioNews l’avvocato Massimo Ferrante – Inoltre i fatti sono anche lontani dalla persona del Pandetta di oggi. Inoltre non vengano fatti collegamenti tra questi fatti e la carriera musicale dello stesso. Ricorreremo in appello».
L’ultimo arresto di Pandetta risale a maggio 2017, quando non si è fermato a un controllo dei carabinieri a San Cristoforo. Insieme a lui, in sella a uno scooter senza assicurazione, c’era Orazio Campagna. Dentro al mezzo nascondevano una mitraglietta giocattolo senza il tappo rosso di riconoscimento. Nella sentenza di oggi il giudice Luigi Barone ha disposto anche il divieto di espatrio, la sospensione della podestà genitoriale e il ritiro della patente per un anno, oltre a un periodo di libertà vigilata per un minimo di due anni dopo avere scontato la pena.
Pandetta a inizio giugno è stato il protagonista di un servizio sul binomio musica neomelodica e mafia all’interno del programma televisivo Realiti, su Rai 2. A novembre, invece, per il cantante inizierà il processo per diffamazione e minacce a MeridioNews. In cui sarà imputato insieme al collega Andrea Zeta, figlio del capomafia Maurizio. Entrambi, dopo un reportage di questa testata, avevano usato i social per sostenere che «la famiglia» fosse stata «offesa» a causa del nostro lavoro. Qualche mese dopo MeridioNews ha raccontato anche di un concerto abusivo in via Cantone, nel quartiere Cibali. Dopo l’articolo la polizia si è presentata nel bar-centro scommesse che lo aveva organizzato sequestrando il locale. Il 26 giugno è stata invece la questura a vietare l’esibizione del cantante a piazza Palestro.
Subito dopo la pubblicazione di questo articolo Pandetta, attraverso una diretta Facebook, ha detto la sua riguardo la vicenda che lo vede coinvolto. «Questi pezzi di merda giornalista non si possono fare pubblicità con le disgrazie delle persone. Io ho avuto un processo per procedimento vecchio in cui ero colpevole perché in quel periodo la mia vita era diverso ed ero, tra virgolette, un delinquente. Dico a tutti di non seguire questa strada, oggi sono cambiato ma stanno mettendo tutti i mezzi per distruggermi».
L’esito del processo:
Capasso Ciro, 7 anni e 30mila euro di multa
Barbera Mattea, 8 anni e 4 mesi
Guglielmino Simone, 15 anni
Troina Francesco, 12 anni e 4 mesi
Beninato Filippo, 10 anni
Di Maggio Giovanni, 9 anni
Boncaldo Ramona, assolta per non avere commesso il fatto
Cacciola Giuseppe, assolto per non avere commesso il fatto
Scrivano Nunzio Davide, 10 anni e 4 mesi
D’Antoni Manuel, 10 anni
Lo Pinto Gabriele, 7 anni e 30mila euro di multa
Tutone Rocco, 7 anni e 30mila euro di multa
Luisi Pietro, 7 anni e 30mila euro di multa
Treccarichi Scauzzo Giuseppe, 8 anni
Santangelo Antonino Ivano, 8 anni
Santonocito Domenico Christian, assolto per non avere commesso il fatto
Lo Faro Angelo Ivan, 2 anni e 5200 euro di multa
Maccarrone Francesco, assolto per non avere commesso il fatto
Ballato Salvatore, 2 anni e 6000 euro di multa
Patanè William, 8 anni
Spampinato Fabio, 8 anni
Spampinato Gianluca, 8 anni
Florio Antonio Davide, 8 anni
Coppola Consolato Salvatore, assolto per non avere commesso il fatto