«Sostare? Meglio il posteggiatore abusivo»

Andare all’università con la macchina comporta un considerevole rischio per la salute degli studenti. Non parlo della salute fisica, bensì di quella mentale, già provata da materie che si accavallano, lezioni soporifere e professori in avanzato stato di decomposizione.

Trovare posto per una piccola utilitaria è un’impresa da titani, una corsa contro il tempo e una battaglia contro i marciapiedi, trasformati all’occorrenza in posteggi di gran lusso.

In un suo romanzo, Stefano Benni aveva immaginato l’inferno come un gigantesco ingorgo con sottofondo musicale di clacson e bestemmie. Per quanto ne sappiamo, Stefano Benni non è catanese, eppure pare aver descritto uno scorcio di via Vittorio Emanuele all’ora di pranzo, o di circonvallazione alle otto del mattino. Ci si rende conto che il grande scrittore non parlava della nostra ridente cittadina per due grandi assenze, certamente di satanica ascendenza: il posteggiatore abusivo col marsupio e l’anziana signora che si sveglia all’alba con l’unico scopo di mettere una sedia sulla striscia d’asfalto davanti casa sua, sicché nessuno possa occupare il posto che le servirà a godersi l’aria fresca del mattino e le chiacchiere con la vicina.

Peccato che le auto, ancora, non siano in grado di levitare, perché l’idea di piazzarle una sopra l’altra si fa allettante, dopo un’ora di disperata ricerca di uno spazietto tra due paraurti.

Le strisce blu, poi, sono letteralmente una jattura. Qualcuno sussurra si tratti di ladrocinio, soprattutto dopo essersi trovato sul parabrezza una multa amara, e salata.

«Facciamo qualche calcolo: ci sono lezioni tutto il giorno, tutti i giorni, eccetto la domenica. Un biglietto Sostare valido per mezza giornata costa 2,50€: uno al mattino, uno al pomeriggio. Cinque euro al giorno, trenta euro ogni settimana, centoventi euro in un mese. E’ ovvio che è più conveniente pagare un posteggiatore abusivo…», spiega Marco Cuttone, dell’associazione studentesca Nike, che ha deciso di occuparsi in maniera concreta della questione.

«A Pisa», prosegue Marco «gli stalli a pagamento delle zone universitarie sono diversi rispetto a quelli del resto della città e sono gestiti direttamente dall’Ateneo, che fornisce i ticket agli studenti. A Trento, invece, la situazione è più simile a Catania: una municipalizzata come la Sostare ha l’appalto dei parcheggi, però dà agli studenti la possibilità di avere degli abbonamenti ad hoc».

La vostra proposta è di adottare lo stesso metodo di Trento?
Noi auspichiamo che si divida la parte di città che interessa noi universitari in tre zone: la prima comprendente le facoltà di Giurisprudenza, Lingue, Lettere, Scienze della Formazione e Scienze Politiche; la seconda sarebbe Corso Italia, il Palazzo delle Scienze con la facoltà di Economia; la terza, per la quale andrebbe fatto un discorso più particolareggiato, sarebbe la Cittadella. Gli studenti, presentando il libretto, dovrebbero essere messi in condizione di sottoscrivere un abbonamento relativo alla zona della facoltà nella quale studiano, ovviamente, dovrebbe trattarsi di un abbonamento economicamente conveniente.

E i parcheggi scambiatori dai quali raggiungere le varie sedi con i mezzi pubblici?
In via S. Sofia ce n’è uno, per questo dicevo che per la Cittadella c’è da fare un discorso più particolareggiato, oltre che per la presenza del Policlinico. Altrove ci si arrangia come si può: per raggiungere Economia moltissimi studenti lasciano la macchina in piazza Borgo e poi prendono la metropolitana. Per Lingue, Lettere, Giurisprudenza e Scienze Politiche è ben più difficile, almeno finché il servizio degli autobus si manterrà appena soddisfacente…

Dunque, nei fatti, cosa proponete?
Un accordo tra Comune di Catania ed Ateneo. L’ideale sarebbe un altro parcheggio scambiatore, con un radicale miglioramento dei servizi pubblici, che risolva la situazione del traffico in pieno centro, ma sappiamo benissimo che un progetto simile non è facile e che, comunque, i risultati si vedrebbero nel lungo, se non lunghissimo termine.

Parli di accordo tra Comune ed Ateneo. La posizione del Rettore?
In periodo elettorale, il Rettore si disse disponibile a pensare una soluzione del genere, sebbene comporti delle spese. Sappiamo benissimo che le classifiche di qualità degli atenei sono stilate non soltanto in base alla didattica ma anche guardando ai servizi che offrono agli studenti: quello della convenzione con la Sostare potrebbe essere un buon punto di partenza.

E’ passato molto tempo dalle elezioni… Ci sono stati degli sviluppi?
Gli ultimi risalgono ad aprile, ma non sono concreti.


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