Sorella Sanità, sette condanne e una assoluzione Negli ospedali appalti truccati per 600 milioni

La giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Palermo Clelia Maltese ha condannato in primo grado sette imputati nellinchiesta denominata Sorella Sanità sulle tangenti negli appalti nella sanità pubblica. Un solo imputato è stato assolto. L’inchiesta condotta dalla Procura del capoluogo siciliano e dalla guardia di finanza ha fatto venire alla luce una serie di appalti ritenuti truccati negli ospedali e nelle aziende sanitarie siciliane. Gare che avevano importi complessivi per oltre 600 milioni di euro.

Sei anni e otto mesi sono stati inflitti a all’«ex paladino della legalità» Antonio Candela, ex manager dell’Asp di Palermo e per ultimo responsabile della cabina di regia regionale per il contrasto al Covid in Sicilia riconosciuto colpevole di corruzione, e sei anni e sei mesi a Fabio Damiani, ex manager dell’Asp di Trapani e responsabile della Centrale unica di committenza degli appalti. Cinque anni e otto mesi per il «faccendiere» Giuseppe Taibbi. 

Cinque anni e dieci mesi per Roberto Satta, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie Spa; sette anni e due mesi a Francesco Zanzi, amministratore delegato della stessa società; cinque anni e dieci mesi per Salvatore Navarra, presidente del consiglio di amministrazione di Pfe spa fino al 2020 e quattro anni e quattro mesi a Salvatore Manganaro. Unico assolto per non avere commesso il fatto è Angelo Montisanti, il responsabile operativo per la Sicilia della società Siram

Riceviamo e pubblichiamo da Pfe:
Salvatore Navarra non è più presidente del cda di Pfe da maggio 2020.


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