Cronaca

Catania, smontata la pedana di via Monfalcone. Imprenditore: «Ci hanno lanciato pure le pietre. Vado via»

«È stato un colpo al cuore vedere quel pezzo di città fare un passo indietro». Parla non solo a nome proprio l’imprenditore della ristorazione Gennaro Puglisi che, proprio in questi giorni, ha dovuto materialmente smontare la pedana nell’area di via Monfalcone a Catania. Un tratto che era stato il simbolo della sperimentazione di un processo di pedonalizzazione. Uno dei pochi che era riuscito a resistere finora. Insieme alla pedana, da via Monfalcone andrà via anche l’imprenditore proprietario del ristorante Pokay e che, di recente, ha avviato anche l’attività dello Spicy mixology bar. «Il dispiacere sta soprattutto nel constatare il motivo per cui si è arrivati a questa decisione». La fine di un progetto che era stato finanziato dagli stessi commercianti della zona e che, per diverso tempo, aveva garantito «uno squarcio di bellezza in quella zona che davvero aveva cambiato volto». Adesso, dall’ufficio del Traffico urbano del Comune di Catania è arrivata all’imprenditore la richiesta di rimuovere quella pedana di legno di cui i titolari delle attività lungo la strada, negli anni, si sono presi cura con la manutenzione e abbellendola con piante e decori.

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Autorizzata quando era ancora in carica la vecchia giunta del sindaco Salvo Pogliese, la pedana avrebbe dovuto ricevere un rinnovo con cadenza annuale. «E così è stato finché l’amministrazione passata è stata in carica – spiega Puglisi a MeridioNews – poi, di fronte alla nostra richiesta di proseguire con l’autorizzazione che nel frattempo era scaduta, con l’ente c’è stata una sorta di silenzio-assenso». Tra ristorante e bar, con l’iniziale divieto di accesso alle auto, via Monfalcone si è riempita sempre più di persone. «A quel punto – ricostruisce il titolare delle attività commerciali – il vicinato ha cominciato a ribellarsi. A dare fastidio era semplicemente il vociare della gente». Niente malamovida e mai musica assordante. «Dalle lamentale, i residenti della zona e alcuni commercianti sono presto passati ai fatti: secchi d’acqua e pietre – sostiene l’imprenditore – lanciati dalle finestre e dai balconi. Fino ad arrivare poi a mandare diverse diffide al Comune per chiedere l’eliminazione della pedana». Una struttura che, dal loro punto di vista, sarebbe stata non a norma e avrebbe anche impedito il passaggio dei mezzi di soccorso in un eventuale momento di bisogno. «Questo – afferma Puglisi – non è vero perché la pedana era perfettamente a norma». Con i fogli delle diffide sul tavolo, dall’Utu del Comune di Catania hanno contattato Puglisi per chiedergli di smontare tutto. Cosa che ha già provveduto a fare. «Nemmeno il tempo e qui è tornato a essere una giungla del parcheggio selvaggio. Di fronte a questo – conclude il titolare – trasferiremo le attività in corso Italia sperando che lì l’accoglienza del vicinato sia migliore».

Marta Silvestre

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