Nuova emorragia di posti di lavoro a Palermo. Sono 562 i lavoratori dello Ial, storico ente di formazione professionale siciliano, che da oggi si troveranno a casa. Per protestare contro l’ennesimo licenziamento dipendenti e sindacati si sono dati appuntamento, alle 10 in via Briuccia a Palermo, davanti i locali del Centro per l’impiego a Palermo «per dire basta al massacro sociale». «Continuiamo a chiedere che governo e amministrazione regionale diano, subito, risposte concrete al dramma delle migliaia di lavoratori sospesi o licenziati e all’assenza di futuro di chi ancora opera nel settore» scrive in una lettera appello sulla vertenza della Formazione professionale Giovanni Migliore, responsabile Formazione Cisl Scuola.
Sono oltre 3mila gli operatori del settore, “vittime di una vera e propria macelleria sociale», che da un anno non percepiscono né stipendi, né ammortizzatori in deroga. Parecchi di loro, già licenziati, spiegano dal sindacato, hanno pure esaurito il sostegno dell’Aspi. «Continuiamo a leggere proclami ed annunci del presidente della Regione e degli assessori che rassicurano tutti – aggiunge il leader sindacale -, ma alle parole continuano a non seguire i fatti». Le parti sociali hanno già sollecitato un incontro con gli assessori al Lavoro e alla Formazione e chiedono «soluzioni immediate».
«Non è chiudendo gli enti senza un progetto futuro del settore che si riforma la formazione in Sicilia – conclude Migliore -, il rischio è di chiudere gli enti con gli operatori anziani e qualificati per lasciare la formazione in mano a nuovi enti che non hanno personale né vogliono assumerlo».
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