Il primo cittadino ha risposto alle domande del presidente Musumeci e degli altri deputati, presentando anche materiale cartaceo. «Si rende necessaria l’audizione di altri soggetti, non solo della politica siracusana. Abbiamo il dovere di accertare se alcune pericolose contiguità possano aver condizionato la politica locale»
Siracusa, sindaco Garozzo in commissione Antimafia Riferimenti a struttura comunale e centro commerciale
«Alla luce delle dichiarazioni rese dal sindaco Garozzo, si rende necessaria l’audizione di altri soggetti, non solo nell’ambito della politica siracusana. La nostra commissione ha il dovere di accertare se alcune pericolose contiguità possano aver condizionato la sfera politica locale. Dobbiamo mettere assieme i diversi tasselli del mosaico per capire se si tratta di episodi disarticolati o di un preciso disegno».
È quanto ha dichiarato il presidente della commissione regionale Antimafia, Nello Musumeci, al termine dell’audizione del sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo, convocata urgentemente dopo le gravi dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino aretuseo in merito a presenze nel Pd locale di personaggi vicini alla criminalità organizzata.
Nel corso dell’audizione, durata oltre un’ora, Garozzo ha risposto alle domande del presidente Musumeci e dei commissari Salvatore Cordaro, Giuseppe Lupo, Pietro Alongi, Stefano Zito e Antonella Milazzo. Stando a ciò che è stato reso noto, il sindaco di Siracusa ha ribadito le accuse mosse la scorsa settimana, durante la direzione provinciale del Pd e ha fornito alla commissione «alcuni elementi conoscitivi supportati da materiale cartaceo». Al centro dell’audizione anche questioni relative alla struttura burocratica comunale e alle procedure che hanno portato all’apertura di un centro commerciale nel Siracusano.
Nomi, cognomi, circostanze specifiche, luoghi: pochissimo quello che nel corso dell’audizione Garozzo ha riferito ai componenti della commissione Antimafia filtra fuori dalle stanze del Palazzo. Quel che è certo è che uno dei nomi emersi è quello della consigliera comunale aretusea Simona Princiotta, protagonista di numerose denunce sulla corruzione al Comune di Siracusa che hanno dato il là anche a indagini della magistratura. Princiotta molto probabilmente sarà convocata a stretto giro dallo stesso organismo parlamentare di indagine. Nei prossimi giorni a Palazzo dei Normanni sarà convocato anche un altro consigliere: Alberto Palestro; Garozzo ha fatto il suo nome come uno dei bersagli di Princiotta.
Il quadro è ancora tutto da definire, ma se in molti tendono a ridimensionare il caso Siracusa come «marginale» o «poco rilevante», i più maliziosi già commentano tra i corridoi del Palazzo: «Le lotte intestine del Pd sono finite sotto la lente d’ingrandimento dell’antimafia».
Gli ulteriori approfondimenti promessi partiranno dal centro commerciale a cui ha fatto riferimento Garozzo che potrebbe essere Fiera del Sud, già al centro di una situazione processuale, tra il Comune di Siracusa e la Società Open Land, sulla quale c’era anche già stata l’anno scorso una interrogazione di un deputato dell’Ars. In pratica, il Comune aveva negato il rilascio della concessione edilizia alla società Open Land che aveva, conseguentemente, fatto una richiesta di risarcimento danni multimilionaria. Condannato a pagare, il Comune di Siracusa ha già liquidato un anticipo di 2,8 milioni di euro lo scorso marzo, anche se i giudici hanno poi riconosciuto l’ingiustizia di un risarcimento per una concessione edilizia che non sarebbe dovuta essere rilasciata.