«Ancora una volta, nonostante nell’Isola le pubbliche amministrazioni siano debitrici nei confronti delle imprese edili di circa 1,5 miliardi di euro, ci sono stazioni appaltanti che affidano opere pubbliche senza disporre della copertura finanziaria». Sale la tensione sociale e l'associazione dei costruttori invoca Renzi
Siracusa-Gela, «lavori appaltati senza copertura» Ance contro Regione e Cas: «Serve commissario»
È stato a lungo uno di quei posti da dove comandare in funzione delle esigenze del momento dei ras del territorio reclutati dalla politica. Oggi, che tutti i nodi sono venuti al pettine, il Cas, Consorzio autostradale siciliano è solo un’azienda senza soldi che prova a portare avanti il proprio lavoro. Per come ci riesce. Le polemiche sono messe in conto, adesso che il rigore non si sceglie, ma si deve praticare nella Sicilia in cui strade ed autostrade sembrano fatte apposte per fare scivolare senza fine i massi di Sisifo. Il nuovo corso guidato da Rosario Faraci, gradito a Crocetta, si scontra con il non trascurabile dettaglio dei soldi in cassa che non ci sono.
Stavolta la denuncia arriva dall’Ance Sicilia secondo cui sarebbero stati appalti lavori, affidati da parte del Consorzio, in assenza di adeguata copertura finanziaria. La tratta in questione è quella della Siracusa-Gela. Su un totale di 28 milioni di euro di lavori sarebbero stati pagati solo 4 milioni e 200mila euro: «Il governo nazionale si assuma la responsabilità ed invii un commissario. Regione e Cas non sono in grado di gestire l’opera». Secondo la nota diffusa in questi giorni dall’Ance il Consorzio autostrade siciliane avrebbe affidato un anno fa la realizzazione, per 260 milioni di euro di fondi Ue e statali, della tratta Rosolini-Modica dell’autostrada Siracusa-Gela. Lo stesso Raffaele Cantone – ricorda ancora l’Ance – ha ribadito che la legge vieta alle stazioni appaltanti di legare il pagamento di lavori edili effettuati al ricevimento di finanziamenti da parte di altre amministrazioni o alla successiva disponibilità di cassa. Ciò perché, osserva Cantone, «l’articolo 97 della Costituzione impone che i provvedimenti comportanti una spesa siano adottati soltanto in presenza di idonea copertura finanziaria».
La giustificazione emersa nel corso di un incontro al quale ha partecipato anche l’Ance di Ragusa, sarebbe legata al fatto che quella citata sarebbe stata l’unica dotazione in cassa e che dalla Regione sarebbe stata assegnata solo sulla carta la disponibilità di 15 milioni di euro. Il passaggio alla liquidità, ai soldi in cassa insomma, non sarebbe stato ancora perfezionato. Proseguendo con questi ritmi e con gli incassi legati ai pedaggi, precisa la nota, «ci vorrebbero 60 anni per arrivare al saldo dell’intera opera». L’impresa, che ha finora anticipato i pagamenti a fornitori, subappaltatori e lavoratori (i costi industriali dichiarati dall’impresa per effetto dell’avvio e della cantierizzazione superano i 40 milioni di euro) ricorrendo a onerose linee di credito bancario, si trova in estrema difficoltà; gli stessi sindacati fanno fatica a contenere la tensione sociale. L’ultimo tentativo di ottenere un intervento autorevole e mirato sugli enti inadempienti verrà affidato al prefetto di Ragusa.
Per l’Ance Sicilia risulta «estremamente grave che ancora una volta, nonostante nell’Isola le pubbliche amministrazioni siano debitrici nei confronti delle imprese edili di circa 1,5 miliardi di euro in totale per opere eseguite e mai pagate, vi siano ancora stazioni appaltanti che affidano opere pubbliche senza disporre della concreta copertura finanziaria». L’Ance Sicilia, non ritenendo il Cas e la Regione in grado di gestire con adeguatezza sotto il profilo economico-finanziario questa impegnativa opera, chiede al governo nazionale di revocare la responsabilità della realizzazione della Siracusa-Gela e di inviare un commissario per la corretta conduzione dell’appalto.