LA DENUNCIA E’ SUL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA. LA SICILIA AL PRIMO POSTO IN ITALIA PER DECESSI PROVOCATI DALL’INQUINAMENTO NEI POSTI DI LAVORO
Pagati per tacere. Sulle malattie che si sono beccati al lavoro. Parliamo di tumori e altre gravi patologie. Parliamo del polo petrolchimico, in provincia di Siracusa, emblema, insieme con Gela, di una industrializzazione selvaggia che depreda le risorse del territorio devastando salute e ambiente.
La notizia di oggi conferma la storia macabra di questi siti. Entro gennaio, 30 operai della Esso andranno in pensione con una maxi-liquidazione. Una decina sono affetti da gravi malattie contratte sul lavoro. Una volta incassati i soldi non potranno mai più pretendere nulla all’azienda.
Il quotidiano la Repubblica, stamattina, rende noto il contenuto del documento che gli operai dovrebbero firmare per andare in pensione:
“Al punto 6 loperaio «dichiara di rinunciare, in via sostanziale e definitiva… a qualsiasi risarcimento danni nei confronti dellazienda… a qualunque titolo, anche biologico». Insomma, prendi i soldi e poi sono fatti tuoi se stai male.
«Non vogliono che si sappia che stiamo morendo», dice al quotidiano il signor Giuseppe che per la Esso ha lavorato per più di 30 anni. Oggi ne ha 52 e una grave forma di tumore allesofago causato, lo scrivono i medici, dalle esalazioni dello stabilimento. I certificati sono in azienda. Sono anche nella sede dellInps e in quella dellInail. Ma nel contratto non vengono mai menzionati.
«La Esso è a conoscenza della mia situazione medica sa che sono malato. Lo sa perché ho presentato in sede una ricca documentazione al riguardo. Così come gli altri miei colleghi. Ma ufficialmente mi mandano a casa come un soggetto sano».
«Se ne stanno sbarazzando – aggiunge Pippo Giaquinta, responsabile di Legambiente a Priolo -. Gli operai affetti da gravi patologie sono un peso troppo pericoloso per le aziende. Immaginate le conseguenze di una richiesta di risarcimento di massa. Avrebbe delle ripercussioni insanabili per i loro affari».
Un rapporto di Legambiente-ricorda la Repubblica- stima a Priolo un aumento netto di patologie oncologiche tra il 1999 ed il 2006 del 2,2 per cento tra i maschi di età compresa tra i 45 ed i 65 anni e del 1,5 per cento tra le donne nello stesso periodo di età.
Secondo il Renam, il registro nazionale dei mesoteliomi, la Sicilia, con in testa Augusta, Gela, Priolo e Melilli, è stata tra il 1993 ed il 2008 la prima regione nel Meridione per decessi provocati proprio da questa patologia con 521 casi riscontrati davanti ai 497 casi della Campania e i 478 della Puglia.
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